Pubblicato da fabrizio centofanti su dicembre 16, 2011
da qui
- Abito di fronte a lei, volevo mostrarle dei giocattoli da regalare per Natale.
Ha imparato a fare esercizi di fiducia: ora è davanti al suo tramonto preferito, gli scogli inondati di schiuma, il sole una stella appiccicata sulla stoffa rossa delle nuvole.
- Guardi, io non ho bambini e i nipoti non li incontro quasi mai.
Il mare, visto da qui, può racchiudersi nel palmo di una mano: si sente padrona del mondo; in fondo, è solo uno scrittore, uno che inventa storie in cui potrebbe trovarsi pure lei, anzi, si convince sempre più che il romanzo tratti proprio di lei che ha deciso di mostrarsi, fare il passo della vita, credere che un pretesto qualsiasi le dia diritto ad apparire sulla scena, a pretendere che lui si possa innamorare a prima vista, dei capelli ricci, del sorriso fiducioso, dell’aria sbarazzina che si accorda con la busta che stringe, un po’ a fatica, tra le mani.
- Che strano, stanotte ho sognato un gallo che cantava ed ero sicuro che fosse il campanello. Sono sceso e ho trovato una donna che cercava di vendermi qualcosa.
Gilda ha preso coraggio: ora è una donna bellissima sullo sfondo della luna piena, gli occhi fissano Arturo, la risacca è una musica che li culla entrambi, promette momenti irripetibili, forse è davvero il romanzo della vita, l’occasione che ha sognato sin da quando, bambina, si era accorta che il compagno di classe, il più bello, il più bravo, guardava solo lei.
- So che è uno scrittore. Ho esitato per mesi, prima di suonare. I giocattoli sono un pretesto per vederla da vicino.
I pensieri, adesso, sono onde regolari lanciate dall’orizzonte in fiamme e venute a morire sulla spiaggia; amore, amore, vuoi vedere che i sogni si realizzano, che adesso m’inviti a entrare dentro casa, che il capitolo bollente prende forma, con parole che scottano, a toccarle?
- Perché non me l’ha detto prima? Dove ha detto che abita?
Ecco, vuole andare da lei, evitare di restare in casa; magari ha paura di essere interrotto e l’amore non teme nulla più di uno squillo sul più bello, quando il respiro è affannato e manca un attimo al coronamento di ogni desiderio, amore, perché non te l’ho detto prima? una stupida, ecco cosa sono, una bambina timida che ha perso le occasioni giuste, ma non ora.
- Di fronte a lei, nel palazzo giallo con la siepe di gelsomini profumati.
Ci ha messo un tocco sensuale, morbido come la sabbia su cui s’immagina sdraiata, mentre il sole è una palla di fuoco che incendia gli sguardi incollati l’uno all’altro, o almeno così le sembra di capire, anche se Arturo, a un certo punto, è come preso da un pensiero.
- Conosce una signora bionda che abita nel suo palazzo? Torna a pomeriggio inoltrato, a passo svelto, come se avesse qualcosa d’importante che l’aspetta.
Il cuore si spezza all’improvviso: è il sole che ha deciso di andarsene, di scendere come un bambino in punizione nella cantina buia, dove si sente lo squittire del topo, il cigolare della porta, il gemere sordo della trave.