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12/04/2012Rhapsody of Firelive @ Estragon, Bologna

Creato il 13 aprile 2012 da Emanuelesecco

Questo non sarà il solito resoconto di un concerto. Non ci saranno lunghe parti discorsive, infinite considerazioni personali sulla bravura o meno delle band e sulla tecnica musicale dei singoli componenti.
Questo è un resoconto in versi. Non so dirvi nemmeno io come mi sia venuto in mente di proporvelo in questo modo, so solo che mi è uscito così, senza fatica. Ma bando alle ciance, e lasciamo la scena al medieval bardo!
Verso Bologna viaggiamo,
comodi a condurre i nostri carri d’acciaio,
per poter audire
un po’ di sano metallo nostrano.
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Candalpuerco!
A cinque minuti dalla destinazione
fermi in coda per manifestazione.
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Fortuna vuole, in quattro e quattr’otto
riusciamo a procedere
arrivando, nel bolognese loco
per primi, in culo al piovoso tempo.
4
Si aprono le porte,
i bardi raggiungono le prime file,
e i nostrani Bejelit infuocano la scena.
Tutto regolare, se non ché,
nel bel mezzo dell’esibizione,
il cordame del chitarraio,
preso da troppa pressione,
cede un po’ facendo emettere strani suoni.
Il pubblico capisce e,
incitato dall’italico cantore,
con un «1,2,3… CAZZO, SANDRO!»
il problema è risolto senza indugi.
Ancora una canzone e il cantore,
preso da sana follia,
toglie il giubbotto
rivelando un sempre sano motto.
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I Bejelit abbandonano il palco,
lasciando la scena a tali Kaledon,
i quali, con il di loro metallo di potere,
annoiano non poco il vostro fido bardo (peccato davvero).
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Dopo un’oretta di noia noietta,
che ci possiamo fare,
il momento è finalmente giunto
e dalla prima fila si levano molte grida,
tutte per la vera attrazione della serata.
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Dopo un’introduzione d’atmosfera
il palco si infiamma
e un’esplosione di suono investe il vostro bardo
facendolo urlare di piacere ed emozione.
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Una canzone dopo l’altra
il Re Lione affronta,
lasciando, con la sua bravura,
il pubblico a bocca aperta.
Cori da torneo di cavalier, incitamenti e adorazioni,
questo è un concerto, non una battaglia.
Lì in mezzo siamo tutti fratelli,
pronti a elogiare e supportare questi intrepidi musici
di terre vicine e lontane.
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Il batteraio fa il suo assolo,
e pure il bassista ci pensa per bene
proponendoci una sua elaborazione
di una certa toccata e fuga in re minore.
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Dopo mille cori,
dopo due decine di canzoni,
dopo urla ed esultanze varie,
ormai giungiamo alla fine,
sapendo per certo che il gruppo
ha dato quello che ci aspettavamo
e che volevamo sentire.
Lode e gloria a questi bardi musici!
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Ed eccoci alla fine di questo strano resoconto.
È stata una serata a dir poco epica e coinvolgente, con un finale degno di sé (vedere le ultime due foto per credere!).
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E.

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