Negli articoli fin qui pubblicati, abbiamo cercato di indicare alcune delle istituzioni europee che hanno a che vedere con i suoli e il territorio.
Volutamente, abbiamo evitato di parlare delle persone che all’interno della Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea si occupano della politica dei suoli per l’Unione Europea. Volutamente, perché è impossibile descrivere il lavoro dei funzionari che provedono a combinare le “tessere del puzzle” senza prima descrivere le “tessere”.
In precedenti articoli abbiamo illustrato l’interesse che varie istituzioni dedicano al suolo: Parlamento Europeo, Comitato delle Regioni, Comitato Economico e Sociale, Agenzia Europea dell’Ambiente, Centro Comune di Ricerca, cui s’aggiungono Parlamenti e Governi nazionali, università, centri di ricerca regionali o territoriali, organizzazioni governative specifiche e infine altre Direzioni Generali della Commissione.
Il lavoro dei funzionari della DG Ambiente più che al gioco dei puzzle è paragonabile a quello degli scacchi in cui contano competenza, conoscenza, ingegno, e molta molta pazienza. Essi devono occuparsi dalla raccolta di dati, alla loro trasformazione in regole e proposte legislative.
Il mandato della DG Ambiente è chiaro ed è stabilito tramite programmi d’azione pluriennali.
Il “7° programma d’azione ambientale” (2014-2020) è iniziato ufficialmente il 17/01/2014 e riconosce che contrastare il degrado del suolo è una sfida per tutta l’Unione Europea. Il Programma si dà come obiettivo che entro il 2020 tutto il territorio europeo sarà gestito in maniera sostenibile, con il suolo adeguatamente protetto e il risanamento dei luoghi contaminati ben avviato.
Con un obiettivo così definito è obbligo chiedersi quanti sono i funzionari che seguono le iniziative sul suolo. In totale tre, riuniti in una sezione dell’Unità che si occupa anche di agricoltura e foreste (http://ec.europa.eu/environment/soil/index_en.htm). Effettivamente sono pochi rispetto al lavoro di analisi necessario alla formulazione di proposte politiche da sottoporre a Parlamento e Consiglio. Va comunque considerato che costituiscono il terminale di quella rete di funzionari, ricercatori, accademici e politici che si occupano di suolo nelle varie istituzioni e negli Stati Membri.
Dopo il ritiro della proposta di Direttiva sul suolo, il loro lavoro si concentra su una nuova proposta di direttiva “Territorio come risorsa” da formulare e presentare entro il 2015.
Oltre a ciò vanno aggiunte la presenza al padiglione europeo dell’EXPO 2015 a Milano, e la preparazione della nuova conferenza della “Settimana Europea sul Suolo” prevista nella prossima primavera. Il 2015 sarà inoltre un anno particolarmente impegnativo, perché avranno luogo svariate iniziative a livello mondiale che domandano una partecipazione europea preferibilmente coordinata con la DG Ambiente e la sua sezione suolo: l’anno internazionale dei suoli; il partenariato globale sul suolo; l’attualizzazione degli obiettivi dello sviluppo sostenibilesviluppo sostenibile
Lo sviluppo sostenibile è quel tipo di sviluppo che garantisce i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere il futuro delle generazioni a venire. I tre obiettivi dello sviluppo sostenibile sono: prosperità economica, benessere sociale e limitato impatto ambientale. La prima definizione, risalente al 1987, è stata quella contenuta nel rapporto Brundtland, poi ripresa successivamente dalla Commissione mondiale sull'ambiente e lo sviluppo dell'ONU.
Se il lavoro principale della sezione suoli rientra nella sfera della preparazione di politiche, una attenzione particolare è data alla disseminazione delle informazioni e alla creazione di contatti in tutti gli Stati Membri. Tale attitudine è dettata dalla consapevolezza di essere una struttura di supporto al contatto coi cittadini e le istituzioni.