Magazine Diario personale

#128 (l’inizio)

Creato il 11 luglio 2015 da Donatella

Quando mio figlio aveva 3 anni iniziò ad avere problemi di crescita di entrambi i tendini d’Achille.  Sembravo vederli solo io ma alla fine verso i suoi 5 anni un ortopedico confermò questo sospetto. Mi inviò alla neuropsichiatria infantile perché si cercasse di capire in équipe da cosa potesse essere stato causato quello che sembrava essere un blocco di crescita dei tendini. Il neuropsichiatra mi prospettò ipotesi terribili, per alcune delle quali avrei potuto non vederlo crescere, e io caddi in una crisi pazzesca. Aspettavo la seconda figlia e in quel periodo andavo dalla terapeuta. A volte stavo ore seduta sul suo lettino con il suo pigiamino in mano a disperarmi e non lo lasciavo più respirare per la paura di perderlo. Fino a quando la psicologa mi fece una domanda: “e se morisse? Mi dica  ogni cosa che pensa potrebbe accadere prima e dopo”
Cominciai a piangere e raccontare nei dettagli quello che immaginavo, quello di cui avevo paura. A un certo punto le mie paure erano così assurde da essere ridicole. E mi misi a ridere. Mi consigliò di iniziare a scriverle ogni volta che mi fosse partita l’ansia di perderlo.  La scrittura rallenta il pensiero e la lettura delle proprie paure aiuta a collocarle nella giusta dimensione.
Ora scrivo per collocare le emozioni al posto giusto.


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