Lunedì 13 febbraio, la condanna del gigante agroalimentare americano Monsanto – chiamato in causa da un piccolo agricoltore della Charente intossicato da un erbicida – è, per la Francia, una prima volta. Nella storia della multinazionale – centenaria – invece, questa condanna non è che un singolo caso giudiziario in più su una fedina penale già lunga.
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A partire dalla sua fondazione a Saint-Louis nel 1901, questo piccolo produttore di saccarina diventato uno dei principali produttori di sementi del pianeta non ha mai smesso negli ultimi sessant’anni di riempire le cronache. Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’esplosione accidentale di una fabbrica di plastica della Monsanto causata da un cargo francese carico di nitrato – e che fece 500 morti in quel 1947 a Texas City – entrò negli annali come uno dei primi disastri dell’industria chimica.
Due anni dopo, fu la volta di un secondo stabilimento dello stesso marchio – a Nitro in Virginia – ad andare in fumo. Questa volta ne fu coinvolta la direzione della fabbrica: più di 200 dipendenti svilupparono la cloracne – una malattia della pelle tanto rara quanto grave – della quale tratta Marie-Monique Robin, destinataria del premio Albert-Londres, nel suo documentario Il mondo secondo la Monsanto.
Nel 2001, 3.600 abitanti della città di Anniston – Alabama – hanno citato la Monsanto per una contaminazione di PCB. Stando ad un rapporto reso pubblico, e redatto dalla EPA (Agenzia della Protezione USA), la Monsanto aveva riversato, durante 40 anni, migliaia di tonnellate di rifiuti contaminati in un ruscello ed in una discarica a cielo aperto nel centro del quartiere negro della città.
fra il 1961 ed il 1971, la Monsanto ha prodotto l’Agente Arancio realizzato partendo dall’erbicida 2,4,5-T la cui pericolosità è ampiamente nota a seguito dell’esplosione della fabbrica di Nitro. Durante la guerra del Vietnam, questo defoliante verrà sparso in modo massiccio dall’aviazione americana sopra le foreste vietnamite; le conseguenze si fanno sentire ancora oggi con numerosi tumori e malformazioni neonatali nella popolazione vietnamita e con diverse conseguenze fra i numerosi veterani americani.
Negli anni ‘70, veterani della guerra del Vietnam hanno agito una Class Action contro i produttori dell’Agente Arancio. La Monsanto – insieme ad altre 6 aziende – si ritrovò così ad essere la principale accusata di avvelenamento. Nel 1987, i 7 produttori dell'Agente Arancio furono condannati a pagare 180 milioni di dollari ad un fondo di compensazione destinato ai soldati americani.
Il 13 febbraio 2012 la Monsanto è stata colpita da una condanna ancora più importante e relativa al secondo – per importanza – dei suoi erbicidi. I giudici francesi hanno infatti stabilito che il produttore di questo fitosanitario dovrà indennizzare integralmente il ricorrente, Paul François. François, un produttore di cereali, che non riesce che a lavorare mezza giornata a causa della stanchezza cronica e di mal di testa persistenti. I medici ritengono che il suo sistema nervoso centrale sia stato colpito a seguito dell’inalazione dell’erbicida Lasso.
La Monsanto è ricorsa in appello ed ha diffuso questo comunicato: «I prodotti della Monsanto sono conformi alle esigenze di sicurezza valide al momento della loro commercializzazione. L’azienda ha una politica molto rigorosa per quello che concerne la valutazione scientifica della sicurezza dei prodotti per la protezione delle piante».
A fronte di tali dichiarazioni, l’erbicida è stato giudicato pericoloso e quindi proibito in Canada fin dal 1985, in Belgio e nel Regno Unito dal 1992 ed in Francia dal 2007 (dove era stato autorizzato nel dicembre del 1968).
TRATTO DA: http://effedieffe.com/index.php?option=com_content&view=article&id=75396:monsanto-cinquantanni-di-scandali&catid=83:free&Itemid=100021