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13 maggio: rifatta la marcia su Roma

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

13 maggio: rifatta la marcia su Roma

Vi avevamo appena accennato che il 13 maggio il comune di Roma ha patrocinato una manifestazione del movimento pro-life che intende marciare  per dire no all’autodeterminazione delle donne,  per boicottare la legge 194, impedendo alle donne la libera scelta e autodeterminazione sul proprio corpo.

Cosa c’è di grave? Il fatto che la data scelta è il 13 maggio, il giorno della “festa della mamma”, non è una scelta a caso ma ciò significa che il comune ha dato il patrocinio a questo scempio per criminalizzare le donne e ribadire che dobbiamo devono essere obbligate alla maternità qualsiasi fosse la nostra condizione. Infatti:
Che importa se la gravidanza fosse frutto di uno stupro?
Che le donne perdono il posto di lavoro a causa di una gravidanza, a causa della mentalità corrente ma anche a causa della mancanza di politiche favorevoli alla conciliazione della famiglia con la carriera?
Il fatto che una gravidanza a volte possa comportare rischio per la salute della madre?
Che molte volte l’aborto è dovuto al menefreghismo di molti padri nell’assumersi la responsabilità  sul frutto dell’”amore”?

E’ grave che il comune della capitale abbia dato patrocinio ad un’iniziativa che criminalizza le donne, sopratutto vivendo in un Paese dove il femminicidio è la prima causa di morte femminile (e mica non hanno mai patrocinato niente contro questa strage!) e non importa a nessuno, che a Roma in Parlamento non si fanno politiche a favore del lavoro femminile, non si istituisce l’educazione sessuale nelle scuole per prevenire le gravidanze indesiderate (ma anche l’AIDS).

Anzi, non solo non si fa educazione sessuale, ma il “focus” della manifestazione è negare alle donne perfino i metodi contraccettivi chimici, quali la pillola, impedendo così che le donne possano avere una sessualità libera a fini del piacere sessuale e non alla riproduzione, tornando ad essere divise in sante o puttane.

C’è una correlazione tra  Marcia su Roma fascista era a fini “razziali” e questa marcetta che è a scopo “misogino”, mirato a criminalizzare tutto il genere femminile identificato come “assassino”, mentre si cela il silenzio sui tanti uomini che uccidono le donne all’interno della famiglia.

Il tema della manifestazione sarebbe quello di riportare le donne “al proprio posto”, farle capire che il loro ruolo è solo quello di essere madri e moglie (anche contro la nostra volontà) e che la nostra vita vale meno di quella di un feto e che siamo “il male”, secondo una visione cattolica  incentrata sull’odio di genere.

Di iniziative misogine, il comune di Roma con giunta Alemanno se ne sono sempre organizzate di tutti i colori, come quelle delle ronde per ribadire ai maschi stranieri che il corpo delle donne appartiene agli uomini italiani, ma come questa  intrisa di propaganda misogina, un mix di strumentalizzazione del corpo femminile (e abbiamo sempre detto che in Italia il corpo della donna è percepito come un oggetto  se no non avremmo aperto questo blog per denunciare l’immagine femminile nei media e nel dibattito pubblico), stereotipi sessisti e violenza ideologica sul corpo femminile, penso che siamo arrivati al baratro, al capolinea: e’ guerra quotidiana contro le donne, una moderna inquisizione.

Aspettiamoci di scendere ancora di più nella graduatoria del Global Gender Gap.



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