Magazine Diario personale

#133( invidia)

Creato il 26 luglio 2015 da Donatella

Ogni madre ha un suo personale “metodo per crescere i figli”. Non è un metodo scritto. Talvolta è tramandato per tradizione.  È frutto della propria inesperienza e della volontà di mantenere aspetti positivi o modificare quelli negativi del metodo utilizzato con lei.
Difficilmente sarà un metodo che funzionerà per tutti i figli, quando saranno più d’uno.  Probabilmente sarà impreciso, provocherà malumori, conseguenze e visto da fuori sarà argomento di conversazione di genitori, ma non solo, che usando il loro metodo incorreranno negli stessi rischi.
Non ho mai pensato di essere una buona madre ma nel momento in cui ho scoperto di aspettare il mio primo figlio ho capito che la mia vita non sarebbe stata più la stessa e che avrei cercato di insegnare ai miei figli la capacità di riconoscere emozioni e il valore dell’essere umano, a partire da loro. 
Ho sempre dato risposte, anche quando scomode. Ho chiesto scusa dopo aver sbagliato.  Ho chiesto e ascoltato la loro opinione, tenendone sempre conto perché ho creduto nei loro diritti fin da prima di nascere. Ho sostenuto il loro essere una persona prima di essere bambino, studente, figlio, nipote, amico. Ho guardato al loro futuro prima che a un brutto voto in italiano o matematica. Ho potuto dare poco economicamente. Ma non ho lesinato sull’amore. Ho sbagliato, tanto. Ho guidato, spesso. Ho sperato che facessero cose che non hanno fatto e ho sofferto vedendo far loro cose che speravo non facessero. Ho ottenuto risultati diversi perché loro sono diversi, da me e tra loro.

Non mi piace che un genitore si permetta di giudicarmi senza sapere quanto lavoro c’è dietro l’educazione dei miei figli. Non mi piace che il legame forte tra di noi venga scambiato per altro. Il solo fatto che un figlio ascolti il parere di un genitore e che per lui sia importante e rassicurante non significa che questo parere sia una imposizione.
A volte una battuta infelice basta per farci mettere in discussione tutto il nostro lavoro, per farci vedere errori o particolari da aggiustare. A volte una battuta infelice aiuta, ma spesso è solo e soltanto frutto dell’invidia.


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