Chiamarlo semplicemente leggenda è probabilmente riduttivo. Christopher Lee, scomparso domenica scorsa alla veneranda età di 93 anni, era un interprete letteralmente monumentale, considerando anche i suoi 193 cm di altezza. Britannico ma dal sangue italico nelle vene, in quanto figlio di Estelle Marie Carandini, Christopher iniziò sin da giovane gli studi teatrali, interpretando fin dall'esordio personaggi malvagi, caratteristica che poi segnerà i ruoli più significativi, o quantomeno più ricordati, della sua lunga carriera, cominciata nel 1948 dopo aver prestato servizio durante la Seconda Guerra Mondiale.
Cercando di rendere adeguato omaggio ad un'icona cinematografica che ha segnato mezzo secolo di celluloide, raccogliendo tuttavia meno di quanto avrebbe meritato dal punto di vista dei riconoscimenti, è inevitabile riportare alla mente i suoi tre personaggi che più sono entrati nell'immaginario popolare, per ovvie ragioni. Lee infatti ha marchiato il cuore del pubblico principalmente grazie a tre ruoli: è stato per ben undici volte il famigerato Conte Dracula in una famosissima serie di film della Hammer Productions, ha interpretato il subdolo Lord Tyranus, alter ego del Conte Dooku, nella poco fortunata trilogia prequel di Star Wars, e ha inquietato i fan di Tolkien (unico degli interpreti ad aver conosciuto lo scrittore di persona) dando corpo e voce all'avido stregone Saruman, uno dei villain più carismatici dell'intera saga.
La filmografia di Lee abbraccia più di duecento produzioni cinematografiche e quindi, seppure sia doveroso ricordarlo per quel trittico di ruoli diventati delle vere e proprie icone senza tempo, è fondamentale ricordare anche altre pellicole e altre interpretazioni di sir Christopher, il cui ruolo più importante, secondo le sue stesse dichiarazioni, fu il fondatore del Pakistan Mohammad Ali Jinnah nel film Jinnah del 1997. Ecco altri cinque ruoli che hanno segnato in modo significativo, per diverse ragioni, la carriera del popolare attore britannico.
La Creatura - La maschera di FrankensteinPrima di diventare il Conte Dracula più apprezzato di sempre, ma da lui nemmeno troppo amato, Lee debuttò con alcuni piccoli ruoli e con partecipazioni minori, dovuti soprattutto alla sua incredibile stazza. Il grande giorno arrivò nel 1957: Lee venne scelto per interpretare la Creatura ne La maschera di Frankenstein, diretto da Terence Fisher, e poté così sfruttare ampiamente la sua altezza e mostrare il suo talento espressivo, dovendo lavorare solamente con lo sguardo. Il film è il remake della pellicola del 1931 e vede Peter Cushing nel ruolo del dottor Victor Frankenstein, che effettua alcuni esperimenti per riportare in vita dei cadaveri. Il risultato è rinomato: cercando di creare la creatura perfetta, Frankenstein genera un mostro, la Creatura, il primo grande ruolo nel cinema d'orrore per un giovane Christopher Lee.
Mycroft Holmes - Vita privata di Sherlock HolmesIl sodalizio con Arthur Conan Doyle fu tra quelli più importanti nella sua carriera. Dopo aver interpretato egregiamente sia Sherlock Holmes che Henry Baskerville, nel 1970 l'attore recitò in Vita privata di Sherlock Holmes, dove ottenne l'insolito ruolo del fratello Mycroft, descritto da Conan Doyle come un uomo ai limiti dell'obesità e poco operativo; totalmente l'opposto di quello proposto dal rinomato Billy Wilder, che costruì un personaggio brillante e dedito a numerose operazioni con il governo britannico. Il ruolo, all'interno della filmografia di Lee, è importante perché per la prima volta lo mostrò al pubblico in una versione brillante, ironica e soprattutto positiva, dopo che l'associazione villain / Christopher Lee era divenuta una filastrocca automatica per lunghi decenni. Il ruolo seguì quello altrettanto positivo, e inedito in Italia, del duca Nicholas in The devil rides out.
Lord Summerisle - The wicker manTra i piccoli cult del genere horror e tra i film più interessanti in cui Lee lavorò merita una menzione particolare The wicker man, anno 1973. Lee interpretò Lord Summerisle, capo di una comunità dedita alla venerazione di un misterioso culto pagano. In città giunge il sergente Neil Howie, impegnato nelle ricerche di una bambina scomparsa; il polizitto scoprirà una verità raccapricciante sulla sua sparizione. Lord Summerisle fu una delle interpretazioni ricordate con grande affetto da Lee, che ne citava spesso la battuta: "Ma certo che sono nudi, è troppo pericoloso saltare attraverso il fuoco con i vestiti addosso", riferendosi alle persone che ballano nude intorno al fuoco in una nota scena. Questa frase rimarca l'ironia sottile di un personaggio sopra le righe e carismatico, fiero oppositore del protagonista, destinato ad una progressiva disperazione. Il finale rimane uno dei più scioccanti di tutta la filmografia di Christopher Lee.
Francisco Scaramanga - Agente 007 - L'uomo con la pistola d'oroE' vero, questo film appartiene ad una saga ma Lee partecipò solamente a questo capitolo, fra i molti realizzati. Tratto dall'omonimo libro di Ian Fleming, di cui Lee era tra l'altro cugino, Agente 007 - L'uomo con la pistola d'oro è una delle pellicole incentrate sul personaggio con licenza d'uccidere, qui interpretato da Roger Moore, che l'ha ricordato in questi giorni con un commosso messaggio: "E' terribilmente triste quando si perde un vecchio amico e Christopher Lee è stato uno dei miei amici di lunga data, visto che ci siamo conosciuti nel 1948″. I due lavorarono in questa produzione dove l'uomo con la pistola, Francisco Scaramanga, è proprio Lee, killer professionista molto simile nell'atteggiamento a Bond, ma assolutamente malvagio. La grande alchimia tra i due personaggi ha contribuito a rendere il film uno dei più riusciti fra quelli dedicati all'agente 007.
Wilbur Wonka - La fabbrica di cioccolatoNegli ultimi quindici anni della sua carriera, Christopher Lee instaurò un ottimo rapporto personale e professionale con un visionario regista di mondi oscuri e macabri come Tim Burton. Tra i due fu grande feeling fin da subito, e dopo un'apparizione ne Il mistero di Sleepy Hollow, nei panni di un giudice di New York che costringe Ichabod Crane ad indagare su alcune morti misteriose in un lugubre villaggio fuori città, Burton avrebbe diretto Lee in altri quattro film. Senza dubbio, la sua partecipazione più ricordata e apprezzata è quella del padre di Willy Wonka ne La fabbrica di cioccolato.
Il personaggio, mai esistito nel libro e nelle versioni cinematografiche precedenti, fu costruito apposta per l'attore britannico, che poté sfoggiare per l'ennesima volta il suo grande talento nel passare con estrema disinvoltura attraverso svariate e sottili sfumature interpretative. Figura inizialmente macabra e inquietante, ma successivamente rivelatosi persona di cuore e dalla grande umanità, Wilbur Wonka può essere considerato un vero e proprio bigino che riassume le infinite sfaccettature di quel monumentale attore che fu Christopher Lee, ben oltre quei tre personaggi che, a ragione, hanno rinsaldato l'affetto pluridecennale del pubblico nei suoi confronti. Goodbye, Sir Lee.
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