ANTICORPI eXpLo
tracce di giovane danza d’autore
Primo festival della regione dedicato alla giovane danza d’autore italiana. La prima serata vede protagonisti Silvia Gribaudi, Marco D’Agostin, Giuliana Urciuoli e Marta Bevilacqua.
Silvia Gribaudi
A CORPO LIBERO
Lavoro che ironizza sulla condizione femminile a partire dalla gioiosa fluidità del corpo.
Vincitore Premio Giovane Danza D’ Autore Veneto – edizione 2009
Vincitore Premio del pubblico Giovane Danza d’ Autore Veneto edizione 2009
Aerowaves -Dance Across Europe 2010
“Non c’è nulla di comico al di fuori di ciò che è propriamente umano”
(Bergson Il Riso)
“La comicità viscerale, che scaturisce dalle emozioni di un personaggio, il privilegio del clown è che può permettersi di essere sincero nella sua finzione scenica”
(Il clown umano di Rita Pelusio )
“La nostra vita in origine è libera da ogni impurità e vasta come l’ universo .”
( Daisaku Ikeda -vol.esperia, vol.3 p.5).
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Marco D’Agostin
VIOLA
Vincitore del Premio del Pubblico e della Giuria – Gd’A Veneto 2010
Il viola, che nello spettro delle tonalità è associato alla lunghezza d’onda più corta e alla frequenza più alta, è considerato il colore del doppio, della transizione, ma anche della volontà di essere diversi e della carica erotica. Ha in sé la vitalità del rosso e l’intimità del blu ed esprime una forza di tipo primitivo, violento, istintivo.
‘Vìola’ è la terza persona singolare del presente indicativo di ‘violare’, verbo il cui significato centrale è quello di “andare oltre una soglia con un’azione di forza o illecita”, e alla cui origine sta forse il termine latino ‘vis’, ovvero ‘forza’.
Viola ragiona sulla violenza del porsi e sulle sue conseguenze.
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Giuliana Urciuoli
EX
EX è uno studio sulla trasformazione e l’evoluzione, sul passaggio in diversi luoghi che appartengono all’essere, attraversato da mutevoli nature, che come un’energia lo percorrono spingendo dall’interno e diventando scheletro, linfa, stelo, corpo: natura primigenia, vegetale, animale, digitale e che pure appartiene al nostro trovarci in vita.
Spesso la trasformazione degli esseri viventi ed il ricambio cellulare non sono processi graduali: avvengono con passaggi bruschi interrotti da attimi di quiete e silenzio… e così è per la percezione che abbiamo di questa stessa metamorfosi. In scena un corpo solo costruisce trame di interazione con le immagini videoproiettate sulla pelle.
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NEC NEC
Nec Nec, ovvero: Né questo Né quello.
Né una donna, Né un cavallo.
Né una sposa, Né un fantoccio.
Né sì, Né no.
Né capo, Né coda.
Sulla scena una figura femminile doppia indaga le sue diverse nature, senza venirne a capo, gioca con le sue contraddizioni senza trovarne la coda.
La sua non è una metamorfosi, piuttosto la convivenza di trame differenti.
Lei sa che il groviglio è una necessità creativa e gli strappi di un tessuto regolare sono l’unica possibilità di cambiamento.
Per maggiori info sull’evento Teatro Miela (fonte delle info e foto)