Autobiografia in forma di curriculum di un emigrante moderno
Il tema dell’emigrazione è stato ed è tuttora un tema di grande attualità e interesse. Nel passato a “fuggire” dal nostro Belpaese erano soprattutto le “braccia”, manodopera di bassa e talvolta bassissima, manovalanza che lasciava l’Italia per destinazioni quali il Belgio, l’America, la Germania e la Svizzera dove finivano con lo svolgere lavori manuali quali operai, minatori, boscaioli etc. Poi, col passare degli anni, siamo giunti ai giorni nostri e, anche la figura dell’emigrante tipo si è evoluta di pari passo con l’evoluzione dei tempi. A fuggire dalla propria terra madre non erano più o non solamente braccia ma anche e soprattutto cervelli. Laureati che per poter esercitare la professione per la quale hanno studiato per tanto tempo e con tanto impegno lasciano il territorio italiano diretti verso altri lidi.
Con un ultimo salto temporale e approdando al più immediato presente si è giunti ad un periodo nel quale, complice la crisi, “vogliono andarsene tutti, braccia, cervelli e gambe (intese come quelle dei calciatori o sportivi in genere)”.

Un’ultima, importantissima, informazione prima di concludere. L’ebook “Pensieri di un cervello in fuga” può essere fruito anche da coloro i quali abbiano deficit sensoriali in quanto l’autore lo ha realizzato seguendo i criteri di IDPF (International Digital Publishing Forum) e LIA (Libri Italiani Accessibili).

Non posso concludere prima di aver doverosamente ringraziato l’Ufficio Stampa del service editoriale “Il Quadrotto” nella persona della gentilissima Giada Marino per avermi permesso di leggere “Pensieri di un cervello in fuga” di Raffaele De Rosa e quindi di parlarne tra queste pagine, grazie di cuore!
