Questo post lo dedico ad uno dei miei poeti americani preferiti: Edward Estlin Cummings, nato nel 1894 in una famiglia di intellettuali. Il padre, professore ad Harvard, ne capisce subito il genio e fin dai primissimi anni di vita lo aiuta a dedicarsi alla scrittura.
La sua vita è avventurosa: si laurea ad Harvard (ovviamente con lode), si arruola per combattere la prima guerra mondiale, ma alcuni scritti molto critici gli costeranno la libertà. Viene infatti imprigionato in Normandia, dove verrà liberato solo ad una lettera del padre al presidente Wilson. Si riarruola, riparte, viaggia, studia, scrive…. insomma è instancabile questa bilancia.
E.E. Cummings rappresenta bene i nati il 14 ottobre, capaci di aprirsi con grande equilibrio un sentiero tra le insidie e le trappole. La capacità di trarre esperienze dagli errori (Cummings ne emerge come uno scrittore forte e maturo) e di volgere le cose a proprio vantaggio sono il più grande talento per le Bilance di oggi.
Quindi visione, moderazione e grande entusiasmo guidano il percorso di E.E. Cummings. Gli ultimi 30anni della sua vita li passerà con la terza compagna, la fotografa e modella Marion Morehouse.
Vi lascio con alcune delle sue parole più famose (riprese anche in un fantastico film di Woody Allen), che vi faranno facilmente capire perchè, al momento della sua morte, è il secondo poeta americano più letto dopo Robert Frost.
COSÌ PICCOLE MANI
Il tuo più tenue sguardo
facilmente mi aprirà
benché abbia chiuso me stesso
come dita.
Sempre mi apri petalo per petalo
come la primavera fa
toccando accortamente
misteriosamente la sua
prima rosa.
E io non so quello che c’è
in te che chiude e apre.
Solo qualcosa in me
comprende che è più
profonda la luce dei tuoi
occhi di tutte le rose.
Nessuno… neanche
la pioggia ha…
mani così piccole.