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Fra
i tanti guasti che il cristianesimo ha arrecato alla nostra salute
c’è
quell’infliggerci
da soli una pena pari a quella che merita un assassino per il solo
aver desiderato la morte altrui, che pure gli studenti al primo anno
di Psicologia sanno essere cosa innocente, del tutto fisiologica, e poi di grande compagnia.
Malfamato dappertutto, condannato in mille modi, crudelmente perseguitato, perciò costretto a nascondersi,
travestirsi, rinnegarsi, fino a ingaglioffirsi e farsi vile, l’odio
è così diventato un sentimento irriconoscibile, perfino un po’
ridicolo a dispetto della sua lirica grandezza, corrotta in egual modo quando va ad estinguersi in violenza, dove trova la caduta per
calo di tensione, o in perdono, dove si consuma tutta per sublimazione. Non
sappiamo più odiare in modo nobile, ecco. Non sappiamo star seduti
in riva al fiume concentrando cuore e mente in quella delicata e laboriosa
pazienza che può impegnare anni e anni per darci quel che
desideriamo: o smaniamo, e finiamo per scivolare in acqua, per lo più affogando, o ci
stanchiamo, e leviamo le tende, e per andare dove, poi? A costruirci un mondo parallelo dove chi odiamo non ne turba l’armonia. Questo è brutto, molto brutto. Anche per questo, maledetto il cristianesimo.
[11.6.1984]
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