15 luoghi comuni su HIV da confutare

Creato il 18 luglio 2010 da Leragazze

Inizia oggi a Vienna la 18° Conferenza  Mondiale sull’AIDS. È una delle poche occasioni, ormai, per parlare dell’infezione da HIV. Lo facciamo anche noi scegliendo di confutare alcuni luoghi comuni su di essa.

1. L’infezione da HIV ormai è stata sconfitta. Il fatto che non se ne senta più parlare non vuol dire che sia stata debellata. Gli ultimi dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità rilevano un andamento costante nel numero di nuove diagnosi, ma in alcune regioni, come Veneto e Friuli, si registra una preoccupante tendenza all’aumento.

2. Si prende dalle prostitute, tutte le prostitute sono sieropositive. La prevalenza di HIV tra le persone che si prostituiscono è ben lungi dal 100%. È giusto utilizzare il profilattico quando si fa del sesso a pagamento, ma è bene essere consapevoli che chiunque può essere positivo e non saperlo, visto che rimane silente anche per dieci anni. Oggi in Italia 1 sieropositivo su 4 non sa di esserlo.

3. Il mio/la mia partner lo/la conosco / ha avuto pochi partner / è di buona famiglia. Non bisogna mai dare nulla per scontato, la conoscenza non dà informazioni su questo aspetto. Anche perché il problema non è la persona con cui si sta, ma la catena di persone alla quale è inevitabilmente collegata: il partner del partner del partner….pensateci: si arriva rapidamente a un numero stratosferico di contatti.

4. HIV non esiste. Posizione colpevole, pericolosa e superata dai tempi e dalle metodiche di analisi oggi a disposizione.

5. Sono gli stranieri che ci portano questa malattia. Sono le persone sane a lasciare il proprio paese in cerca di una vita migliore, quelle malate non riuscirebbero ad affrontare le vicissitudini e la fatica dell’emigrazione. I dati dell’ISS segnalano un’incidenza in calo tra gli immigrati.

6. I rapporti orali non trasmettono HIV. La rischiosità di questi rapporti è molto sottovalutata. Essi rappresentano invece una via di trasmissione documentata, laddove vi sia contatto con i fluidi dell’altra persona.

7. Ci faccio sesso da anni, se sono negativo/a io lo sarà anche il mio/la mia partner. Il test per interposta persona non vale. Si possono avere rapporti non protetti con una persona positiva e contagiarsi dopo anni o non contagiarsi affatto.

8. Il coito interrotto mette al sicuro da ogni rischio. E il liquido prespermatico? Anche esso contiene HIV se lui è sieropositivo. E poi, siete proprio sicuri/e che lui riesca sempre a ritirarsi in tempo?

9. Chi è sieropositivo non può avere figli. Falso. Se è la donna a esserlo, i farmaci assunti durante la gravidanza e il parto e somministrati al bambino per un breve periodo, uniti a parto cesareo e ad allattamento artificiale, azzerano il rischio di un figlio positivo. Se è l’uomo a esserlo, si può intraprendere una fecondazione assistita con uno speciale trattamento dello sperma che ne elimina il virus.

10. Tutte le persone con HIV inevitabilmente muoiono. Tutti inevitabilmente moriamo. Le persone con HIV hanno oggi a disposizione dei farmaci che bloccano la progressione dell’infezione: chi scopre di essere positivo e assume la terapia scrupolosamente non arriva alla malattia conclamata e al decesso.

11. Si prende HIV anche solo vivendo a contatto con una persona sieropositiva. Non esiste in letteratura un caso di un familiare di una persona con HIV che si sia contagiato solo vivendogli accanto.

12. È la malattia dei tossicodipendenti e degli omosessuali. È storia vecchia. L’infezione si sta diffondendo anche tra gli eterosessuali che si sono sempre sentiti al sicuro sulla base di questo luogo comune.

13. Non è vero che i preservativi proteggono sempre. I preservativi hanno un solo grande difetto: costano troppo. Per il resto, se conservati con cura e usati dall’inizio del rapporto seguendo poche semplici regole, impediscono sia la trasmissione di HIV che le gravidanze indesiderate.

14. Ho fatto sesso senza protezione, ma era vergine quindi non poteva essere positivo/a. I bambini nati anni fa da madre positiva e positivi anche loro, grazie all’efficacia della terapia oggi raggiungono e superano l’adolescenza. Possono essere vergini ma ugualmente positivi.

15. Anche se l’ho preso, preferisco non saperlo, tanto c’è ben poco da fare, almeno vivo bene gli ultimi anni che mi restano. Non saperlo significa non poter accedere tempestivamente alle terapia che aumentano la sopravvivenza e offrono una buona qualità della vita. Fare il test è fondamentale, oggi come non mai.



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