Magazine Diario personale

15 Marzo 2013

Da Valentina
Sto tornando a casa dal praticantato e sono praticamente esausta.

Una signora, sul sedile davanti al mio, ciancia dei suoi numerosi quanto stancanti impegni lavorativi (vedi fare due lavatrici quando tornerà a casa) e mi accorgo che l'irritazione che provo nel sentirla parlare non è data da ciò che deve fare (se dovessi farle io in questo momento morirei) quanto dalla sua vocina lagnosa e petulante.

Dietro di me, invece, una ragazza tremendamente simile a me ascolta silenziosa la musica. Mi ha colpito fin da subito: alla fermata leggeva, isolata nel suo mondo e anche quando gli altri suoi coetanei, blasfemi e rumorosi, hanno tentato di strapparle il libro di mano ha resistito strenuamente, salvo poi ritrovarsi circondata da una massa urlante e caotica che si è appollaiata sulla panchina accanto a lei.
Ecco, è scesa.
Dunque si diceva, ha resistito strenuamente ma ero sicura che avrebbe capitolato, sedotta dal fascino delle bestie urlanti sicché mi aspettavo che andasse con loro in fondo al pullman, una volta saliti. Ed invece no, si è seduta dietro di me, in terza fila, fila che io personalmente ho scelto perché lontana dalle bestemmie e dalla confusione... Rimasta qui, lontana dal chiasso dell'adolescenza al quale tutto sommato appartiene, silenziosa e nel suo mondo, poi scesa alla sua fermata silenziosa e nel suo mondo come quando è salita... Capelli lunghi, gli occhi bordati di matita nera, i vestiti scuri... me a 16 anni praticamente. Solo, con i capelli tinti di miele.

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