di Cecilia Parola
Sono ancora in corso i lavori per il nuovo decreto sull’efficienza energetica che promette di portare grandi cambiamenti soprattutto dal punto di vista della struttura delle bollette. E mentre le AACC protestano contro l’eliminazione del sistema progressivo, dove meno consumi più risparmi, alle famiglie non resta che cercare la tariffa più conveniente per l’energia elettrica, magari confrontando tra loro le offerte di operatori come Acea, Enel, Illumia e così via.
Tuttavia, molto dipende dalla struttura dell’edificio in cui abitiamo: pensiamo, ad esempio, ai vecchi condomini in cui non è mai stato fatto alcun intervento di riqualificazione energetica. In questo caso, per quanti sforzi possano fare le famiglie, le spese per il riscaldamento saranno sempre più alte della media. I consumi energetici di un edificio sono oggi certificati obbligatoriamente in Italia se l'edificio in questione è in vendita o in affitto oppure soggetto a ristrutturazione o in fase di nuova costruzione, a seguito della Direttiva europea in materia di prestazioni energetiche nell’edilizia.
Da alcuni anni, infatti, è obbligatorio certificare la classe energetica di un edificio, indice che devono esporre obbligatoriamente anche le agenzie immobiliari per le case in vendita. Solitamente la certificazione energetica di uno stabile è affidata a professionisti del settore, poiché per calcolare la classe di un edificio entrano in gioco numerosissimi fattori, dovuti alle caratteristiche tecniche della struttura, alla fascia climatica in cui sorge e così via.
E' però possibile farsi un’idea del fabbisogno energetico del proprio appartamento, per individuarne pressappoco la classe d’appartenenza. Dati alla mano, ecco come fare per effettuare una "certificazione energetica fai da te", che, anche se priva di valore effettivo, può aiutarci ad essere più consapevoli dei nostri consumi e può farci raccogliere informazioni utili soprattutto se ci si appresta all’acquisto di una nuova casa.
Per reperire i dati che ci servono, dovremmo far riferimento alla nostra bolletta del gas. Qui è infatti riportato il consumo annuo in metri cubi di gas metano che sono serviti per riscaldare l’abitazione durante l’inverno. Il numero raccolto va moltiplicato per un indicatore standard per le case che hanno una caldaia a gas tradizionale, la quale consuma 8,3 kWh al metro cubo.
Moltiplicando il consumo annuo per 8,3 otterremo un importo che andrà a sua volta diviso per il numero di metri quadri di superficie utile della nostra casa. L’ultimo passo è quello di confrontare questo risultato, ovvero il consumo anno in metri quadri, con la scala delle classi energetiche (A+, A, B, C, D, E, F e G), facilmente reperibile online. Come anticipato, questo procedimento dà solo un’idea indicativa.
Infatti, per ottenere un accurato Indice di Prestazione Energetica (IPE), i consumi dell’appartamento vanno calcolati partendo dal fabbisogno di energia termica dell’intero edificio, dipendente dalla fascia climatica in cui sorge: ai fini dell’attribuzione della classe energetica dell’edificio, infatti, la penisola è stata suddivisa in diverse zone climatiche.
Ogni zona presenta un valore di Grado Giorno (GG), ovvero la somma delle differenze giornaliere tra la temperatura ambiente di 20° e la temperatura esterna durante il periodo invernale, utile per calcolare il fabbisogno dell’edificio.
Fonte: SuperMoney