Il primo cittadino di Casale Monferrato parla per tutti: “Sono molto soddisfatto per la sentenza. Il verdetto di condanna rappresenta una risposta esemplare al problema della tossicità dell’amianto e inchioda alle proprie responsabilità chi ha gestito per anni questo problema con leggerezza, senza voler ascoltare il mondo scientifico che affermava la cancerogenicità e la pericolosità dell’amianto per gli esseri umani. Questa sentenza rappresenta un risarcimento verso coloro che hanno perso la vita a causa delle malattie indotte dall’amianto e vuole e deve essere d’esempio in quelle realtà dove l’amianto viene ancora lavorato per fare profitti sulla salute dei lavoratori”.
In relazione al mancato “patto col diavolo”, Demezzi ribadisce: “Abbiamo sempre sostenuto che gli imputati dovessero essere condannati per le loro oggettive responsabilità. Ci teniamo a ribadire che le polemiche nate in questi ultimi mesi, riguardo l’eventuale accettazione dell’offerta economica di uno dei due imputati, non ha mai messo in dubbio la nostra certezza sulla colpevolezza degli imputati”.
Il vicepresidente ed assessore al Legale della Regione Piemonte, Ugo Cavallera, parla di un precedente importante: “Il riconoscimento di una provvisionale di 20 milioni alla Regione e di 5 milioni all’Asl locale significa che il Tribunale ha tenuto in grande considerazione le motivazioni della nostra difesa”.
“Il risultato di oggi”, scrive Sinistra Ecologia e Libertà regionale, “non deve far dimenticare che, nonostante una legge che vieti uso e produzione di amianto, nel nostro Paese se ne stimino più di trenta tonnellate da bonificare e la sua messa al bando in tutto il mondo non é ancora un obiettivo raggiunto”.
Duemilacentonovantuno morti, 665 malati a causa di patologie correlate all’amianto, 6.400 richieste di costituzione di parte civile, quasi tutte accolte: il processo Eternit è la più grande causa in materia che si sia mai svolta in Europa.
Stephan Schmidheiny ha comunque manifestato l’intenzione di ricorrere in appello.