La testimonianza di un protagonista
(Luigi Goisis) Wietzendorf, 13/4/1945
……….Mi sveglio ( e sono le 7,45) quando Mosetti colla faccia protesa dentro la finestra annuncia: “i tedeschi non ci sono più” Non gli credo e come me molti a questo primo annuncio rimangono increduli, perplessi.
Alcuni vanno a controllare ed effettivamente sulle torrette non c’è più il solito delinquente, non si vede più la mitraglia puntata minacciosa verso di noi. La porta principale del campo è incustodita ……..V’è una animazione incredibile: chi si sbarba chi pulisce le scarpe chi il cinturone, chi sfodera divise nuove o quasi, chi corre verso gli amici e si abbracciano e si baciano.
In questi baci v’è tutto il dolore, tutte le inedie, le privazioni, i tormenti indicibili di tante giornate di fame atroce sofferte in comune. Da 19 mesi attendevamo con calma e con fede queste giornate.
Oggi nel pomeriggio 800 grammi di patate. Sono le 16,55 e si sparge lavoce che vi sono gli anglo americani. In lontananza si odono raffiche di mitraglia; piccoli in lontananza alcuni soldati in cachi: sono anglo americani.
*** *** ***
È successo un fatto particolare. A un certo momento avevano creato una sacca; in questa c'era un gruppo numeroso di truppe tedesche e c'era anche il nostro campo di concentramento.
Gli inglesi erano riusciti a sfondare una linea e sono arrivati al nostro campo di concentramento. Un giorno, penso quel 16 aprile, verso le quattro e mezzo - cinque, il sole era basso sull' orizzonte, un mio amico dalla finestrella della baracca che era aperta si sporge dentro e dice: "Ohé, i tedeschi non ci sono più; ci sono qua gli inglesi". Tutti fuori, osti... e c'erano lì i carri armati, erano entrati nel campo, nel reticolato; c'erano degli ufficiali che parlavano benissimo l'italiano e la prima cosa che han fatto:
"Guardate, lo sappiamo che avete fame", hanno scaricato dei sacchi dicioccolata, di sigarette. Però, la cuccagna è durata pochissimo, perché la mattina dopo gli inglesi non c'erano più: erano tornati i tedeschi; cioè c'era stato un contrattacco e gli inglesi hanno dovuto ritirarsi di nuovo; siamo stati lì ancora un quattro o cinque giorni, poi, una bella notte, il comandante, il colonnello Testa, bergamasco, ci dice: " Ragazzi, guardate che hanno dato l'ordine di sgombrare il campo: han fatto un accordo tra gli inglesi, americani e tedeschi, di fare una tregua d'armi e permettono che noi attraversiamo le linee, in modo che andiamo nel territorio occupato dagli americani".
Magazine Cultura
16 Aprile 1945: la doppia liberazione del campo di Wietzendorf
Creato il 16 aprile 2010 da Ambrogio Ponzi @lucecolore
La testimonianza di un protagonista
(Luigi Goisis) Wietzendorf, 13/4/1945
……….Mi sveglio ( e sono le 7,45) quando Mosetti colla faccia protesa dentro la finestra annuncia: “i tedeschi non ci sono più” Non gli credo e come me molti a questo primo annuncio rimangono increduli, perplessi.
Alcuni vanno a controllare ed effettivamente sulle torrette non c’è più il solito delinquente, non si vede più la mitraglia puntata minacciosa verso di noi. La porta principale del campo è incustodita ……..V’è una animazione incredibile: chi si sbarba chi pulisce le scarpe chi il cinturone, chi sfodera divise nuove o quasi, chi corre verso gli amici e si abbracciano e si baciano.
In questi baci v’è tutto il dolore, tutte le inedie, le privazioni, i tormenti indicibili di tante giornate di fame atroce sofferte in comune. Da 19 mesi attendevamo con calma e con fede queste giornate.
Oggi nel pomeriggio 800 grammi di patate. Sono le 16,55 e si sparge lavoce che vi sono gli anglo americani. In lontananza si odono raffiche di mitraglia; piccoli in lontananza alcuni soldati in cachi: sono anglo americani.
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È successo un fatto particolare. A un certo momento avevano creato una sacca; in questa c'era un gruppo numeroso di truppe tedesche e c'era anche il nostro campo di concentramento.
Gli inglesi erano riusciti a sfondare una linea e sono arrivati al nostro campo di concentramento. Un giorno, penso quel 16 aprile, verso le quattro e mezzo - cinque, il sole era basso sull' orizzonte, un mio amico dalla finestrella della baracca che era aperta si sporge dentro e dice: "Ohé, i tedeschi non ci sono più; ci sono qua gli inglesi". Tutti fuori, osti... e c'erano lì i carri armati, erano entrati nel campo, nel reticolato; c'erano degli ufficiali che parlavano benissimo l'italiano e la prima cosa che han fatto:
"Guardate, lo sappiamo che avete fame", hanno scaricato dei sacchi dicioccolata, di sigarette. Però, la cuccagna è durata pochissimo, perché la mattina dopo gli inglesi non c'erano più: erano tornati i tedeschi; cioè c'era stato un contrattacco e gli inglesi hanno dovuto ritirarsi di nuovo; siamo stati lì ancora un quattro o cinque giorni, poi, una bella notte, il comandante, il colonnello Testa, bergamasco, ci dice: " Ragazzi, guardate che hanno dato l'ordine di sgombrare il campo: han fatto un accordo tra gli inglesi, americani e tedeschi, di fare una tregua d'armi e permettono che noi attraversiamo le linee, in modo che andiamo nel territorio occupato dagli americani".
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