Certe volte, però, occorre dare un significato ai numeri che ci girano intorno. Sapere quanto in realtà valgono, e soprattutto capire quale è la differenza tra il nostro "valore dei soldi" e quello di molte altre persone, in tanti altri paesi.
Programma Alimentare Mondiale
Lo pseudo-Piano Marshall, con cui i big del mondo hanno deciso di salvare la Grecia, circa una settimana fa, è uno di quei "numeri" che è stato sulla bocca di tutti, ma a cui pochi hanno deciso di dare un significato. 160 miliardi di euro, sono tanti, rappresentano circa 3 volte e mezzo la nostra Manovra Fiscale. Per gli stati occidentali, però sono poco più di qualche spicciolo. Anzi, meglio: sono uno sforzo possibile, fattibile, necessario. Un po' come quando, dopo un inverno freddo, ci arriva la bolletta del metano un po' più alta. Ci meravigliamo, diciamo che il costo delle utenze è aumentato, inveiamo qualche "ladro" al Governo di turno, ma poi mettiamo mano al portafoglio e paghiamo. Al freddo non si può stare, e ci ripromettiamo di essere più parsimoniosi il prossimo anno, magari rispolverando quei maglioni di Shetland, che da tanto non mettiamo più - perché sono fuori moda - e magari potremmo usare per coprirci in casa, dove il fashion non ci osserva.Pressappoco è andata così il 21 luglio al vertice di Bruxelles - vertice a cui il nostro premier non è stato invitato, sic! - con Sarkozy e la Merkel, che hanno deciso di pagare tra sorrisi e strette di mano la "bolletta greca".
Noi siamo popoli industrializzati - siamo cresciuti con queste cantilene nelle orecchie - da noi si vive bene, siamo il Primo Mondo: noi siamo l'Occidente! Va bé: senza essere ipocriti, e ammettendo che effettivamente, così è, cioè da noi si vive - tutto sommato - molto bene. Cerchiamo allora semplicemente di capire, che cosa rappresenta quel mucchio di euro, per "quel mondo che si è classificato dietro di noi".
Secondo alcune stime fatte dal Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP.org) è pari a 0.20 centesimi di euro il costo di un piatto di porridge, riso e legumi, necessari per sfamare giornalmente, uno dei 20 milioni di bambini dei 70 paesi tra i più poveri del mondo.
Ripetiamo, non vogliamo fare la solita e banale - anche se cruentemente realistica - considerazione del "il 90% per cento delle risorse del Pianeta, sono sfruttate dal 10% della popolazione"; vogliamo solo cercare di dare un senso a quei soldi, spesi per salvare dal baratro dell'abisso economico (cioè per tenere in quel mondo primo in classifica, al massimo secondo) il paese - che insieme al nostro, con i Romani - ha dato origine ad un grosso pezzo di civiltà
Allora, dicevamo: facendo due conti stupidi, quei 160 miliardi, potrebbero servire per sfamare 800miliardi di persone, garantendo altrettanti pasti.
Sempre secondo quelle stime, le persone in difficoltà alimentare ammontano a circa 1 miliardo (su per giù un sesto degli abitanti del Pianeta Terra: tanti! ndEm), così distribuiti: Asia e Pacifico 642milioni, Africa sub-sahariana 265milioni; America Latina e Caraibi 53milioni; Medio Oriente e Nord Africa 42milioni; paesi sviluppati circa 15milioni in totale.
Con i soldi per salvare la Grecia, se è vero il calcolo - e dovrebbe essere vero, se la matematica non è un'opinione, ma certe volte lo è - "ci esce" tutto quel numero di pasti: allora è altrettanto vero, che essendo un miliardo le persone a rischio fame, ci si potrebbero pagare 800 pasti a testa.
Considerando due pasti al giorno, stiamo parlando di un anno e rotti, senza fame!
Quei soldi che fanno felici i cittadini greci, potrebbero anche far felici un miliardo di persone, togliendo loro lo spettro del morire di fame! Ecco che significano 160miliardi di euro.
Non so se qualcuno di voi, in questi giorni ha mai fatto questo semplice ragionamento: in giro non abbiamo letto tanto a proposito, anzi...
Sembra che ormai, certe cifre, non abbiano significato: sono come i soldi del Monopoli. Le vedi scritte sui giornali, ma non capisci che cosa vogliono dire realmente. E' per questo che, ammettendo la complessità della situazione mondiale, ci si dovrebbe fermare, fare quattro conti, e ragionare quanto costa - anche umanamente - il mantenimento del nostro adorato status quo. Partiamo piano, però, andare qui e fatevi sotto
Magari, con questa pausa, si potrebbe approfittare per ricercare quei maglioni vecchi...e chissà che nel frattempo non siano diventati vintage?
Come avevamo promesso, non abbiamo intenzioni di dare conclusioni moralistiche al post: anzi, chiudiamola qui, senza chiusura!