E' stato presentato ieri il rapporto "Smart CitySmart City
Espressione dall'inglese che significa "Città Intelligente" ed indica, in senso lato, un ambiente urbano in grado di agire attivamente per migliorare la qualità della vita dei propri cittadini, spaziando dal settore prettamente energetico a quello della gestione, smaltimento e riciclo dei rifiuti. La città intelligente riesce a conciliare e soddisfare le esigenze dei cittadini, delle imprese e delle istituzioni, grazie anche all'impiego diffuso e innovativo delle TIC (Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione), in particolare nei campi della comunicazione, della mobilità, dell'ambiente e dell'efficienza energetica. Index" stilato dalla società di revisione e consulenza Ernst&Young; il risultato che emerge a primo impatto è che l'Italia prolifera di "smart city", le cosiddette città intelligenti, adeguandosi quindi ad uno standard evolutivo già in atto da anni nelle principali città asiatiche, americane ed europee. La società che è stata nominata come la più smart è Bologna, che precede Milano che a sua volta ha scalzato Torino dal 2° posto dello scorso anno.
Sono stati utilizzati ben 470 indicatori per stilare il rapporto, a loro volta quadripartiti in macrocategorie:
- Infrastrutture e reti: Telecomunicazioni, Trasporto, EnergiaEnergia
Fisicamente parlando, l'energia è definita come la capacità di un corpo di compiere lavoro e le forme in cui essa può presentarsi sono molteplici a livello macroscopico o a livello atomico. L'unità di misura derivata del Sistema Internazionale è il joule (simbolo J), Ambiente - Sensoristica
- Service and delivery platform: Readiness, Dematerializzazione, Integrazione, Interoperabilità
- Applicazioni e servizi: Government, Mobilità, Turismo e cultura, scuola
Gli indicatori hanno analizzato diversi ambiti di una città: le infrastrutture di rete ed i sensori, le piattaforme impiegate per la loro elaborazione, considerando come variabili fondamentali per stimare il grado di smartness di una città, il servizio di banda larga, i servizi digitali e lo sviluppo sostenibilesviluppo sostenibile
Lo sviluppo sostenibile è quel tipo di sviluppo che garantisce i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere il futuro delle generazioni a venire. I tre obiettivi dello sviluppo sostenibile sono: prosperità economica, benessere sociale e limitato impatto ambientale. La prima definizione, risalente al 1987, è stata quella contenuta nel rapporto Brundtland, poi ripresa successivamente dalla Commissione mondiale sull'ambiente e lo sviluppo dell'ONU.
della città.
Dal rapporto si nota anche come vi sia un divario netto tra le città del Nord e le città del Sud Italia; la prima città del Sud a comparire in classifica è Napoli posizionatasi al 32esimo posto. Il divario che pregiudica notevolmente il mancato adeguamento delle città meridionali rispetto a quelle del Nord, è quello digitale ed infrastrutturale (basti pensare al servizio di trasporto pubblico).
Al Nord invece non sono solo le grandi città a fare da guida,anzi sono 23 le città medie a posizionarsi tra il 4° ed il 39° posto; tra tutte spicca Mantova che nel 2014 era al 34° posto, mentre nel nuovo rapporto si è posizionata al 4° posto ai gradini del podio. Il motivo per cui le città medie si stanno adeguando così rapidamente agli standard delle smart city, è dovuto principalmente alla facilità di realizzazione e di gestione di alcuni tipi di reti infrastrutturali, come per esempio la rete di teleriscaldamentoteleriscaldamento
Sistema che consente di distribuire calore presso le utenze, a partire da una centrale di produzione (per esempio centrale di cogonerazione, termovalorizzatore, ecc...). Il calore viene trasportato sotto forma di acqua calda o vapore all'interno di condotti interrati e può servire per riscaldare gli ambienti oppure per produrre acqua calda sanitaria. Nelle abitazioni servite dal teleriscaldamento la caldaia viene sostituita da uno scambiatore di calore, consentendo una diminuzione delle emissioni e un risparmio di combustibile. che risulta essere più semplice da gestire e rendere operativa in contesti territoriali più piccoli rispetto alle grandi città. Nota a margine riguarda Roma, la capitale, che nell'anno del Giubileo ha visto perdere terreno in graduatoria scivolando dal 4° posto del 2014 al 9° del 2015.