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Creato il 16 luglio 2012 da Vivianascarinci

È difficile capire se sono impronte umane o orme di animale. K.A.

Non saprei dare una spiegazione riguardo la profondità del mio rapporto con l’Iran e con la cultura persiana. Scrittura cuneiforme di Kader Abdolah, che ho finito di leggere proprio oggi, il giorno del compleanno di mio padre, un po’ rappresenta una summa che mi sta aiutando a capire qualche perché. Un padre sordomuto analfabeta e poeta che per tutta la vita scrisse “appunti” nei caratteri spiati in gioventù nell’antro di una grotta sacra posta sul monte Zafferano: Abdolah spiega così il legame fondante con la poesia di un intero popolo usando però la lingua nederlandese. Ma spiega anche l’attivismo politico semplicemente come una necessaria qualità che nasce da circostanze irrimediabili.  Attraversano questa storia  le  figura di Reza Khan Pahlavi, l’avventura di Mussadeq, lo strapotere degli ayatollah, le carceri di Khomeini e tutto ciò diventa l’inevitabile biografia di un uomo che sostituisce parola per parola la sua integrità di individuo alla labilità quotidiana che smorza la consapevolezza delle vere cause dei cambiamenti epocali che accadono sotto gli occhi dei coevi. La scrittura cuneiforme rappresentò la base e l’ispirazione da cui venne creato l’Antico Persiano. Enheduanna è il più lontano autore noto al mondo, le cui opere sono state scritte in caratteri cuneiformi circa 4300 anni fa. Era sacerdotessa di Inanna, la dea della luna, ed è proprio alla dea di cui praticava il sacerdozio che Enheduanna dedicò la sua poesia. La scrittura più antica, quella cuneiforme, riferisce per la prima volta nella storia dell’uomo di un rapporto tra un individuo donna e la religione e lo fa in poesia. E uno scrittore persiano moderno scrive di questo idioma trasponendo in una lingua del tutto nuova, l’impressione del cuneo guidato dalla mano di  suo padre nel riportarlo.  Un padre  che non avendo contatto con i suoni né con l’espressività della parola pronunciata, imprime sul taccuino tutto l’altro che non sia lessico, di una lingua antichissima, di una storia terribilmente sofferta, di un amore insuperabile per suo figlio. Sembrano i nodi di un imperscrutabile tappeto ancora lontano dall’essere compiuto.

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Kader Abdolah da alcune interviste

“ Quando nel 1988 sono arrivato in Olanda come rifugiato politico ho voluto scrivere nella lingua del Paese dove avevo scelto di vivere. E’ stata dura, all’inizio. Lavoravo come fossi un gioielliere, sceglievo le parole ad una ad una. La osservavo, la annusavo e solo allora scrivevo. Era un lavoro di artigianato che mi richiedeva un’enorme energia”

“Nelle storie delle Mille e una notte c’è spesso qualcuno che inizia una storia, poi cede la parola a qualcun altro e questo la cede a qualcun altro ancora e dopo un po’ ti dimentichi chi ha iniziato la storia: è una vecchia maniera persiana di raccontare, mescolata a quella europea. In questo modo io, come scrittore, ho più spazio e possibilità di raccontare.”

“C’è solo una cosa che, come scrittore persiano, ti può aiutare: le poesie, non poesie tristi, ma molto malinconiche. La poesia è importante per i persiani: le nostre nonne non sapevano né leggere né scrivere ma conoscevano centinaia di poesie, sono le donne che hanno tramandato queste poesie. E sono poesie tristi perché la storia della Persia è una storia di guerre, di nemici che ci hanno distrutto e il nostro pensiero ricorre spesso alla morte. C’è una vena nostalgica e melanconica perché l’Islam ha distrutto quello che eravamo e da allora rimpiangiamo il passato. La nostalgia è nel nostro corpo, le poesie d’amore persiane sono poesie di dolore.”
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“La perdita è un’esperienza che porta a una strada nuova./Una nuova occasione per pensare in modo diverso./Perdere non è la fine di tutto, ma la fine di un/certo modo di pensare. Chi cade in un punto, in un altro si rialza./Questa è la legge della vita.” Queste erano le parole del poeta persiano Mohammade Mogtari. Era un compagno di Ismail che non volle lasciare il paese. Il suo corpo fu ritrovato fuori Teheran, dietro un impresa di demolizioni. Secondo il quotidiano olandese de Volkskrant gli agenti dei servizi segreti lo hanno strangolato.

 ABDOLAH, K., Scrittura Cuneiforme ,Iperborea, Milano, 2003 p. 283


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