È l’oggetto è l’oggetto – dicevi -
che tu devi cogliere, non il
manifestarsi ingrato dell’angoscia,
non la morte irrimediabile. Giuseppe Piccoli
sto nelle cose come
un’estensione tua
le proseguo e ti combatto
e non sembra in questo
buco che un dilagare
passando ristrettezze
aggrumate a un centro
così puro che non esiste
come non esiste parola
per cui si cerchi più
di un bisogno ammutolito
l’impronta più fonda
di un claudicare, il passo
che non sostiene e sottrae
protraendo nient’altro
che questo scambio iniquo
di pesi e venti che
la terra solleva
da La favola di Lilith, musiche di Edo Notarloberti testi Viviana Scarinci