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16/09/2015 - Efficiency Gap, che la chiave stia nel Behaviour Change?

Creato il 16 settembre 2015 da Orizzontenergia

Sugli aspetti connessi alla dimensione umana del risparmio e dell’efficienza energeticaefficienza energetica
Con questi termini si intendono i miglioramenti che si possono apportare alla tecnologia per produrre gli stessi beni e servizi utilizzando meno energia, con conseguente riduzione dell' impatto ambientale e dei costi associati.
abbiamo intervistato Antonio Disi, Architetto, Ricercatore Enea, Responsabile del Servizio Comunicazione e Formazione dell’Agenzia Nazionale per l’Efficienza Energetica.

Quanto è importante il lato non tecnologico dell’efficienza energetica?

Le rispondo subito con un’immagine che mi colpì già ai tempi del liceo, il ‘Supplizio di Prometeo’. Un titano che dona il fuoco (leggasi tecnologia) all’umanità e che per questo viene punito, come se ci fosse già la consapevolezza che l’uomo, grazie a quel potente regalo, non avrebbe avuto più la natura come proprio orizzonte. Tecnologia alienante? Tecnologia che sovverte i mezzi con i fini? La natura e la componente umana fanno sempre da mitigatrici, riportandoci a più miti consigli e legandoci allo scoglio con una catena. Ce lo dice il mito!

T. Rombouts, Prometeo, XVII sec.

E poi che il lato umano sia importante è scritto nei fatti. A fronte di una dotazione e di una disponibilità tecnologica veramente considerevole, i risultati delle politiche di efficienza energetica non sono affatto esaltanti. La stessa UE continua a rincorrere un obiettivo consapevolmente irraggiungibile senza una svolta nelle proprie strategie.

Eppure il problema non è recente.

Immagine: T. Rombouts, Prometeo, XVII sec.

Sono circa trent’anni che ricercatori, rappresentanti del mondo accademico, dei governi e dell’industria privata discutono del cosiddetto “gap di efficienza energetica”, avendo individuato negli aspetti comportamentali una delle principali componenti da considerare per l’efficacia delle politiche di Efficienza Energetica.

La letteratura scientifica in questo settore è copiosa e costante e tuttora ben nutrita da diversi centri di ricerca internazionali, in particolare in US ed UK.

The E2e Project
Ultimamente sono impegnati su questo filone di ricerca sia il MIT che l’Università di Berkeley con un progetto dedicato all’Efficiency Gap ed alle opportunità offerte dal behaviour change in tale contesto.

Perché è così difficile la transizione verso nuovi modelli comportamentali? Quali sono le barriere del passaggio dalla consapevolezza alla pratica?

Come dicevamo in apertura, l’uomo pre-tecnologico che è in noi fa la differenza.

Quali esseri viventi cerchiamo rimedi alla nostra insufficienza biologica grazie ad una serie di ‘scorciatoie mentali’ necessarie per accelerare la velocità di problem-solving e di decision-making in situazioni caratterizzate da alti livelli di complessità di scelta, rischio ed incertezza. E questo lo facciamo sempre, in ogni momento della nostra giornata, anche quando siamo chiamati a decidere sull’acquisto di un elettrodomestico, la ristrutturazione della nostra abitazione o la scelta di un mezzo di trasporto più o meno collettivo.

Contrariamente a quanto pensino il mercato e alcuni dei modelli di previsione, nelle nostre scelte tendiamo naturalmente a mantenere uno status quo, differendo nel tempo le nostre decisioni quanto più la quantità o la complessità delle informazioni aumentano.

Siamo incapaci di elaborare tutte le informazioni disponibili e scegliamo non necessariamente l’opzione migliore o la migliore soluzione al problema.

Di fronte ad una decisione, avvertiamo maggiormente il dolore per una perdita rispetto al piacere per un guadagno. Inoltre, preferiamo correre un rischio per evitare una certa perdita piuttosto che per garantirci un guadagno di pari dimensioni.

Come i bambini a cui si promettono le caramelle, tendiamo a percepire le azioni come meno significative se più lontane nel tempo, anche se esse offrono benefici a lungo termine.

Quali ‘animali sociali’ poi, siamo generalmente influenzati dagli atteggiamenti e dai comportamenti degli altri e tendiamo a seguire le norme che riflettono ciò che è socialmente approvato e condiviso.

Infine, nonostante la nostra tendenza al vivere in comunità, tendiamo a ridurre i nostri sforzi o a contribuire meno al bene comune se possiamo ottenere gli stessi benefici senza pagare in prima persona, o se crediamo che gli altri stiano godendo di benefici senza contribuire in proprio.

Energy efficiency gap
Se confrontiamo queste nostre caratteristiche con quanto viene ipotizzato dai modelli che sono alla base delle politiche di efficienza energetica, ci accorgiamo dell’innaturalità e capiamo da cosa derivino i fallimenti.

Quali sono i flussi di comunicazione necessari per attivare cambiamenti comportamentali nell’uso dell’energiaenergia
Fisicamente parlando, l'energia è definita come la capacità di un corpo di compiere lavoro e le forme in cui essa può presentarsi sono molteplici a livello macroscopico o a livello atomico. L'unità di misura derivata del Sistema Internazionale è il joule (simbolo J)
?

Innanzitutto bisogna sfatare l’atavica convinzione che per sensibilizzare il nostro target su di un argomento, nello specifico sull’efficienza energetica, sia sufficiente riversargli addosso una serie di informazioni, anche se semplici e colorate, e che tutto questo possa tradursi automaticamente in un cambiamento comportamentale duraturo. Non c’è niente di più falso! Per raggiungere cambiamenti comportamentali duraturi, le persone devono essere accompagnate attraverso un percorso che ne modifichi i comportamenti, facendo in modo che questi ultimi diventino persistenti e virali, incoraggiando anche altre persone ad adottarli.

Il flusso della comunicazione non è lineare ma circolare e possiamo identificare sette passi di questo percorso per ottenere un cambiamento comportamentale duraturo e contagioso.

Innanzitutto la conoscenza: bisogna sapere che il problema esiste e in questo siamo bravi ed attrezzati.

Poi il desiderio: l’utenteutente
Soggetto che consuma elettricità o gas.
deve poter immaginare un futuro diverso verso cui muoversi.

Dopo l’immaginazione, la capacità: per poter raggiungere lo scopo è necessario sapere cosa bisogna fare per centrare l’obiettivo.

Vanno forniti strumenti utili ed efficaci che consentano di ottenere i benefici in tempi piuttosto brevi.

Comunicazione efficiente

Il tutto va corredato da ottimismo e risorse e infrastrutture di supporto con stimoli continui che promuovano l’azione.

Infine, quello che nel gergo si chiama rinforzo: dopo aver posto in problema, fornito strumenti per poter risolverlo, l’utente finale ha bisogno di un messaggio, di un feedback che gli confermi di aver centrato l’obiettivo e che questa sia un’azione meritoria.

Che ruolo hanno media e PA nel sensibilizzare il cittadino?

Ognuno deve poter giocare il proprio ruolo, senza confondersi ed intralciarsi. La chiarezza dei ruoli è una componente fondamentale del processo, come anche la ‘reputation’ dei partecipanti che deve trasmettere fiducia agli utenti.

Nel settore dell’efficienza energetica, i media tradizionali (TV, radio e carta stampata), tranne pochissime eccezioni, continuano a mostrare i propri limiti a causa della loro scarsa interattività e dell’asimmetria comunicativa che non consente di targhettizzare il messaggio rispetto ai pubblici reali.

Penso, invece, che i nuovi media proprio per il loro approccio orizzontale “da molti a molti”, in cui gli utenti scelgono le informazioni da creare o diffondere e possono interagire con altri utenti per approfondire, migliorare, criticare quelle informazioni siano il soggetto più adatto per eliminare una serie di barriere che impediscono l’attuazione delle strategie.

Comunicazione orizzontale nuovi media
Diciamo che è il modello del condominio globale in cui il confronto e, a volte, lo scontro con il tuo vicino può convincerti a scegliere una direzione.

La PA, invece, deve avere un ruolo importante nel fornire gli strumenti per operare. Come già detto in precedenza, l’informazione da sola è inefficace se non accompagnata da strumenti che ne consentano l’attuazione. E quando parlo di strumenti intendo norme, incentivi ma anche strumenti di programmazione quale il Patto dei Sindaci a livello locale o il Piano Nazionale per l’Efficienza Energetica a livello centrale.

Inoltre, la PA può utilizzare la sua forte visibilità per mostrare ai cittadini comportamenti virtuosi da imitare realizzando l’intero percorso informazione e consapevolezza - azione - feedback.

Qual è lo stato dell’arte in Italia? E quali i progetti messi in campo da ENEA?

Se lei ci pensa, l’Italia ha una lunga tradizione sui temi del risparmio energeticorisparmio energetico
Con questo termine si intendono tutte le iniziative intraprese per ridurre i consumi di energia, sia in termini di energia primaria sia in termini di energia elettrica, adottando stili di vita e modelli di consumo improntati ad un utilizzo più responsabile delle risorse.
. Alla crisi petrolifera degli anni ’70 abbiamo risposto con grande vigore e, in Europa, siamo stati antesignani di temi quali l’uso razionale dell’energia, l’audit e la certificazione, la pianificazione energetica e l’energy management per citarne solo alcuni.

In tutti questi anni l’ENEA è stato un valido alleato della PA e delle aziende, svolgendo il proprio ruolo di supporto tecnico-scientifico. Parallelamente sono state svolte azioni di promozione e sensibilizzazione che hanno raggiunto target diversi, utilizzando strumenti tradizionali quali opuscoli, video, percorsi didattici per la scuola o siti internet per raggiungere una moltitudine di utenti.

Per quanto riguarda invece gli aspetti connessi al comportamento, nonostante la nostra tradizione universitaria nelle scienze umane (sociologia, antropologia, psicologia sociale), a differenza del mondo anglosassone non è mai decollata una scuola dedicata alla scienza del comportamento e, nello specifico, agli aspetti connessi alla dimensione umana del risparmio e dell’efficienza energetica.

Retail marketing efficienza energetica
L’ENEA negli ultimi anni ha sperimentato iniziative in questo settore valutandone risparmi interessanti compresi fra il 12 ed il 18%. Da circa due anni è attivo un Laboratorio, di cui sono responsabile, dedicato agli strumenti di conoscenza dell’Efficienza Energetica ed alla sua dimensione umana. Inoltre, abbiamo in programma diverse collaborazioni con Atenei romani per occuparci di temi molto interessanti quali, ad esempio, l’usabilità delle tecnologie per il risparmio o anche il retail marketing per favorire l’acquisto di apparecchiature ad alta efficienza energetica.

Arch. Antonio Disi
Architetto, Ricercatore Enea, Responsabile del Servizio Comunicazione e Formazione dell’Agenzia Nazionale per l’Efficienza Energetica
[email protected]


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