Magazine I nostri amici animali
Antonio Abate oltre ad essere uno dei più illustri eremiti della storia della Chiesa è anche considerato il fondatore del monachesimo cristiano, nonché il primo degli abati e santo protettore di tutti gli animali domestici e della stalla. Nato a Coma, nel cuore dell'Egitto, intorno al 250, a vent'anni abbandonò ogni cosa per vivere dapprima in una plaga deserta e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse vita anacoretica per più di 80 anni: morì, infatti, ultracentenario nel 356.
La figura di questo santo è una presenza ancora oggi molto sentita nelle campagne italiane e nei luoghi dove vivono e riposano gli animali domestici. A volte, a far bella mostra sul retro dell'ingresso della stalla, è una formella in ceramica finemente dipinta, il più delle volte, un santino lordo e spiegazzato di nessun valore artistico. Qualunque sia la forma, la sostanza non cambia. Il famoso abate egiziano è sempre lì, con le vesti da eremita, la lunga barba bianca, il bastone a Tau che rappresenta l’ultima lettera dell’alfabeto ebraico e quindi allusione alle cose ultime e al destino , alcuni animali domestici tra i quali il porcellino con la campanella per ricordare che il suo grasso veniva usato per lenire i bruciori del “fuoco di Sant’Antonio” (herpes zoster) e una vivida fiamma ai suoi piedi simbolo della forza vitale, purificatrice e propiziatoria.
Per ottenere da questa “vivida fiamma” le sue virtù, fin dai tempi antichi si è rispettata la tradizione di accendere nelle piazze, nei vicoli e nei centri storici delle città i cosiddetti “focarazzi” o “ceppi” o “falò” di S. Antonio. In passato, le ceneri venivano raccolte nei bracieri casalinghi che servivano per riscaldare la casa e per asciugare i panni umidi adagiati su una apposita campana fatta con listelli di legni.
In questo giorno di festa, come vuole l’antichissima tradizione, si portano a benedire tutti gli animali domestici sui sagrati delle chiese per preservarli dalle malattie. Nei tempi antichi la benedizione era riservata soltanto agli animali di stalla mentre oggi è stata estesa a tutti gli animali domestici che ci fanno compagnia.
Una curiosità..... Secondo un’antichissima leggenda, la notte del 17 gennaio gli animali acquisiscono la facoltà di parlare e durante questo evento i contadini si allontanano dalle stalle perché udire gli animali conversare è segno di cattivo auspicio...
AUGURI A TUTTI GLI ANIMALI ... E A TUTTI VOI CHE LI AMATE ...
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