17 Marzo del 1992 ore 14:45: una esplosione squarcia l’edificio dell’Ambasciata di Israele nella capitale argentina di Buenos Aires. L’esplosione era il frutto di una macchina bomba piazzata di fronte alla sede diplomatica israeliana. L’esito di quel terribile attacco fu la morte di 29 innocenti e il ferimento di altre 242 persone.
Come le indagini scoprirono in seguito, materialmente l’attentato fu opera di terroristi di Hezbollah. Tra le altre cose, l’esplosione non solo distrusse l’Ambasciata israeliana, ma anche una vicina Chiesa e una scuola.
La decisione di attaccare obiettivi ebraici in Argentina, pero’, fu presa direttamente dall’Iran. L’attacco del 1992, infatti, fu direttamente organizzato da Mohsen Rabbani, Pasdaran inviato in Argentina con la carica ufficiale di attache’ culturale. Insieme a Rabbani, ad aver organizzato l’attentato fu il noto terrorista di Hezbollah Imad Fayez Mughniyeh, poi eliminato nel 2008. Le responsabilità iraniane nell’attentato, per la cronaca, furono provate sia da intercettazioni ottenute dall’interno dell’Ambasciata di Teheran a Buenos Aires, sia dalle rivelazioni di Abolghasem Mesbahi, ex agente del MOIS (l’intelligence iraniana).
Per ben due anni dall’attentato all’Ambasciata di Israele, l’Argentina non cavo’ un ragno dal buco nelle investigazioni. Questo, nonostante quell’attacco fosse stato subito rivendicato dalla Jihad Islamica, allora sigla usata da Hezbollah durante gli attentati. Una svolta nelle indagini arrivo’ solamente nel 1994 e costo’ la vita ad altre 85 persone.
Fu solamente dopo un altro attentato di Hezbollah contro il centro ebraico AMIA di Buenos Aires, che vennero allo scopoerto i nomi dei responsabili di quella serie di attacchi. Mohsen Rabbani fu per breve tempo detenuto in Germania per il suo coinvolgimento nell’attentato del 1992, mentre per l’AMIA addirittura l’Interpol emise mandati di cattura verso personalità iraniane di primo livello quali Ahmad Vahidi – ex capo della Forza Qods e ex Ministro della Difesa – Ali Fallahijan – ex Ministro dell’Intelligence – e lo stesso Ali Akbar Rafsajani – allora Presidente iraniano e oggi mentore di Hassan Rouhani.
A tal proposito, i procuratori argentini Alberto Nisman e Marcelo Martinez Burgos, dimostrarono come l’ordine degli attacchi parti’ direttamente da Ali Khamenei, con il sostegno dello stesso Hassan Rouhani, all’epoca Segretario del Supremo Consiglio per la Sicurezza Nazionale.
Questo articolo e’ dedicato alla memoria del Procuratore argentino Alberto Nisman, coraggioso servitore del suo Paese che ha pagato con la vita l’aver dimostrato il ruolo iraniano nel terrorismo internazionale e soprattutto le sporche connivenze tra Teheran e Buenos Aires per insabbiare la verità.