“Ciò che sta accadendo alla raffinazioneraffinazione
Insieme di processi fisico-chimici che consentono di trasformare il petrolio in combustibili con caratteristiche appropriate agli utilizzi finali. La prima fase del procedimento di raffinazione del petrolio greggio è la separazione delle componenti di diverso peso molecolare: quelle più pesanti (che hanno un punto di ebollizione maggiore e che sono destinate alla produzione di oli lubrificanti, cere, ...) rimangono nella parte bassa della colonna di frazionamento, mentre quelle più leggere (tra cui benzina, GPL, jet fuel, ...) risalgono verso l'alto e possono essere facilmente asportate. Successivamente si procede con altri processi (crackingcracking
Processo chimico utilizzato nell'industria di trasformazione petrolifera per convertire le frazioni pesanti del petrolio in frazioni più leggere. Esso consiste nel rompere (dall'inglese crack) le grosse molecole complesse di idrocarburi ad alta temperatura in presenza di opportuni catalizzatori., visbreaking, reforming, ...), con trattamenti di purificazione più o meno complessi e aggiunta di additivi. italiana, e in particolare alla raffineria di Gela, per quanto doloroso e preoccupante, non deve sorprendere perché è il naturale epilogo del diffuso disinteresse in cui in questi anni tale crisi è maturata”. È quanto afferma il presidente dell’Unione Petrolifera, Alessandro Gilotti, che sottolinea come “a rischio non sia solo il sito di Gela ma tutte le raffinerie italiane, anche le più moderne ed efficienti, a causa di una competizione internazionale distorta su cui grandi responsabilità hanno le istituzioni europee, e di una crisi dei consumi particolarmente acuta nel nostro Paese”.
“Se non dovesse esserci una ripresa e facendo riferimento ai recenti dati relativi ai primi sei mesi dell’anno ‐ prosegue Gilotti ‐ nel 2014 i consumi petroliferi italiani dovrebbero attestarsi intorno a 56 milioni di tonnellate, a fronte di una capacità di raffinazione di 99 milioni di tonnellate e dunque con un surplus di oltre 40 milioni di tonnellate, ossia l’equivalente di 6‐7 raffinerie come quella di Gela su un totale di 12, che i flussi di esportazioni non riusciranno mai a compensare”.
“Parlare di investimenti in questa situazione non è possibile, anche perché economicamente non ha molto senso tenere in piedi attività industriali che non hanno prospettive futurefuture
Contratto a termine standardizzato, stipulato all'interno di un mercato regolamentato, in cui chi lo sottoscrive si prende l'obbligo di acquistare o vendere un determinato bene ad una data e prezzo prefissati. e che hanno già investito moltissimo in questi ultimi anni senza nessun ritorno, a meno di particolari condizioni di mercato e geografiche”.
“E’ ormai in atto un processo di delocalizzazione della raffinazione verso Paesi che non hanno gli stessi vincoli sociali e ambientali, che porta con sé il rischio di vedere crescere la nostra dipendenza dalle importazioni non solo di greggiogreggio
Petrolio estratto che non ha ancora subito un processo di raffinazione., ma anche di benzina e gasoliogasolio
Prodotto derivante dalla distillazione del petrolio greggio. Viene utilizzato soprattutto per alimentare motori Diesel oppure negli impianti di riscaldamento civile. Nei motori Diesel, detti anche ad accensione spontanea, il gasolio viene iniettato nel cilindro dove trova aria molto compressa (anche 40 volte la pressione ambiante). Per poter essere impiegato nei motori il gasolio deve avere determinate caratteristiche, per esempio una buona capacità di accensione (soprattutto alla basse temperature) e un opportuno potere lubrificante., e aggravare il problema ambientale”.
“E’ sicuramente positivo il fatto che il premier Renzi abbia inserito la raffinazione tra i temi strategici del programma italiano di presidenza europea ‐ conclude Gilotti – e auspichiamo che vengano prese rapidamente le misure necessarie per rendere nuovamente competitiva la nostra industria della raffinazione”.