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Auto elettriche: segnali di successo, anche se con piccoli numeri

Creato il 22 maggio 2015 da Valtercirillo

Auto elettriche: segnali di successo, anche se con piccoli numeri

Segnali positivi, qui e là, per il mercato europeo delle auto elettriche. Che in diversi Paesi sta indubbiamente crescendo, seppure, nel complesso, con numeri ancora molto ridotti.

Come noto, l'intero mercato europeo delle auto ha registrato una fortissima contrazione nei recenti anni di crisi/recessione economica.
Solo dallo scorso anno le vendite hanno consolidato una reale inversione di tendenza e sono tornate a crescere (+5,7% rispetto al 2013), ma i 12,6 milioni di nuove autovetture immatricolate nell'Unione Europea restano ben lontane dal picco di 16 milioni raggiunto nel 2007.

In questo quadro, nel 2014 le immatricolazioni Ue di auto elettriche (tutte le tipologie: elettriche pure, con motore endotermico di ricarica elettrica e ibride plug-in) sono salite a 75.331, con un aumento del 36,6% rispetto al 2013.
Ancora meglio le cose nel primo trimestre 2015, quando l'Acea (Associazione europea costruttori automobili), ha registrato immatricolazioni in crescita, rispetto al gennaio-marzo 2014, del 118% per le auto elettriche "pure" e del 21% per quelle ibride.

Si tratta di percentuali promettenti, che tuttavia ancora non bastano: 75.331 vetture elettriche sono pur sempre meno dello 0,6% di tutte le auto vendute nella Ue lo scorso anno.

Alla fine saranno le auto elettriche a prevalere

Il punto- a nostro avviso - è che nella partita della mobilità sostenibile la mossa è ancora in mano alla tecnologia dei motori a scoppio. La cui industria può immettere sul mercato (praticamente quando vuole, anche nel giro di un paio di anni, cioè "domani") veicoli in grado di percorrere anche 50 km con un litro, ma di costo competitivo e con prestazioni del tutto simili alle auto attuali. E stiamo parlando di vetture realmente commerciali, senza considerare i prototipi già realizzati e messi in strada con percorrenze superiori a 90 km/litro.

Continuando a migliorare le prestazioni ambientali dei motori a scoppio (le cui emissioni medie sono scese di oltre il 40% negli ultimi venti anni), e mantenendo elevato il differenziale di costo tra vetture convenzionali e vetture elettriche, l'industria dell'auto è in grado di dilazionare nel tempo la penetrazione della trazione elettrica, in modo da stimolare l'adozione di sostanziosi incentivi e di massimizzarne i benefici.
A tal fine, peraltro, l'industria può anche giocare la carta delle altre tecnologie green, o quantomeno più verdidi benzina e gasolio, che però sono del tutto funzionali alle infrastrutture già esistenti per le auto a combustione interna. Parliamo di motori a gas naturale, GPL, a combustibili sintetici e a biocombustibili, il cui mercato è anch'esso in notevole crescita (+16,5% nei primi tre mesi del 2015), anche se, per ora, soprattutto in Italia

Tuttavia alla lunga sembra inevitabile che la trazione elettrica debba prevalere. Per due ottime ragioni:

economiche, in quanto potenzialmente offre l'opportunità di azzerare le importazioni energetiche destinate all'autotrasporto

ambientali: il fatto che le auto elettriche hanno emissioni zero contribuisce in modo determinante a risolvere i problemi di inquinamento delle aree urbane, che costituiscono una delle maggiori emergenze sanitarie a livello mondiale. Né ha molto senso l'obiezione che il trasporto elettrico si limiterebbe solo a spostare l'inquinamento dalle aree urbane a quelle circostanti alle centrali, sia perché c'è la possibilità di generare elettricità con fonti rinnovabili, sia perché l'inquinamento prodotto da un milione di autovetture (che per giunta emettono senza controlli e letteralmente "a bocca d'uomo") non è in ogni caso confrontabile con quello di una grande centrale di generazione, obbligatoriamente fornita di tutti i moderni sistemi di abbattimento delle emissioni.

Ben vengano, dunque, i segnali di positivo sviluppo della mobilità elettrica. Che, come già sottolineato, sono ancora relativi a numeri minimi, ma altrettanto sicuramente sono numerosi e riguardano l'intera filiera della mobilità: autovetture, ma anche mezzi di trasporto pubblico e di servizio, le due ruote e persino il settore aereo. Per esempio è recente la notizia che Airbus ha finalmente individuato il sito per la produzione commerciale del primo aereo interamente elettrico - un piccolo biposto - entro la fine del 2017.

Auto elettriche: segnali di successo, anche se con piccoli numeri
Limitatamente alle auto elettriche "pure" va comunque sottolineata l'impennata dei mercati più importanti, come quelli di Francia, Germania, della stessa Italia (+ 172% nel primo trimestre 2015, però con solo 758 vetture immatricolate) e soprattutto della Gran Bretagna, dove nel primo trimestre di quest'anno le auto "solo elettriche" sono più che quadruplicate: dalle 1.449 immatricolazioni del primo trimestre 2014 alle 8.026 del 2015.

Ma ci sono segnali più significativi di altri, non fosse altro perché provenienti da Paesi tradizionalmente tra i più attenti agli interessi dei consumatori. È il caso di Olanda e Svezia, dove il numero di immatricolazioni elettriche è particolarmente alto in rapporto a quello degli abitanti, e soprattutto della Norvegia, i cui dati non sono compresi tra quelli finora citati perché non fa parte della Ue.
Ebbene, in Norvegia un'auto su quattro vendute nel mese di marzo è stata "solo elettrica". Di questa tipologia di auto (cioè escluse quelle ibride plug-in) lo scorso 20 aprile è stata venduta la numero 50.000: considerando che la Norvegia ha circa 5 milioni di abitanti, è come se l'Italia avesse tagliato il traguardo delle 600.000 auto elettriche.

Il Governo di Oslo punta a 200.000 vetture elettriche entro il 2020, e lo fa con incentivi straordinariamente generosi, che l'industria di settore spera siano adottati anche da altri Paesi.

Ed è proprio questo il punto decisivo. Perché se in un'ottica industriale il vantaggio della mossa è ancora a favore dell'innovazione nei motori convenzionali, in concreto per il successo della mobilità elettrica tutto si gioca sul tavolo della volontà politica. In Francia, per esempio, è stata sufficiente l'introduzione di sostanziosi incentivi economici il mese scorso (fino a 10.000 euro per l'acquisto di un'auto elettrica con rottamazione di un diesel vecchio di 15 anni) per far sì che le immatricolazioni elettriche più che raddoppiassero già nel primo mese di promozione, con 1.726 nuove auto elettriche "pure" vendute in aprile.

[ Valter Cirillo]

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