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18/02/2015 - Sovracanoni sui piccoli impianti idroelettrici: le rinnovabili non sono un bancomat

Creato il 18 febbraio 2015 da Orizzontenergia

assoRinnovabili e Assoelettrica guardano con grande preoccupazione alla prossima approvazione al Senato del Collegato Ambientale alla Legge di Stabilità 2014.

La norma contenuta all’art. 45, che innalza di oltre il 30% (da 22,88 a 30,40 €/kWkW
Unità di misura della potenza equivalente a 1.000 Watt.
) i sovracanoni dovuti dai piccoli impianti idroelettrici ai Comuni dei Bacini Imbriferi Montani (BIM), avrà infatti pesanti ripercussioni sulla competitività e sulla stabilità del settore.
I canoni demaniali e i sovracanoni (BIM ed Enti Rivieraschi) hanno già visto continui aumenti nell’ultimo decennio, ben oltre le dinamiche inflazionistiche; un ulteriore aumento improvviso del 30% è contro qualsiasi logica di mercato e di previsione di business plan, oltre a non avere alcuna correlazione ne’ con l’andamento dei ricavi dei produttori idroelettrici ne’ con i capitoli di spesa pubblica a cui dovrebbero essere destinati i canoni.
Se la norma verrà approvata, un piccolo impianto idroelettricoimpianto idroelettrico
Impianti di produzione elettrica che sfruttano l'energia posseduta da una massa di acqua in movimento. Esistono diversi tipi di impianti: a deflusso regolare (in cui lo svuotamento di bacini naturali o artificiali mette in azione una turbina), ad accumulo (in cui sono presenti due serbatoi a quote differenti collegati tramite appositi condotti ) e ad acqua corrente ( in cui le turbine sono azionate dal corso del flusso d'acqua).
senza incentivi e senza prezzi minimi garantiti (cioè la maggior parte dei soggetti interessati) arriverà a pagare canoni e imposte indirette per valori vicini al 30% del fatturato. I titolari saranno quindi costretti a limitare al minimo le attività di manutenzione e di rinnovo degli impianti stessi, se non addirittura a chiudere, con significativi impatti negativi in termini di occupazione e ricchezza delle comunità locali.
A ciò si aggiunga che nella proposta di modifica della legge di stabilità 2013 presentata nel Collegato Ambientale, si intende eliminare il presupposto giustificativo dell’applicazione del maggior canone, attualmente legato alla prosecuzione degli interventi infrastrutturali da parte dei comuni. In questo modo, i maggiori oneri per gli operatori, appaiono slegati da qualsiasi giustificazione razionale visto che sono dovuti a prescindere dall’effettuazione degli interventi da parte dei comuni montani.
Auspichiamo dunque che, nella discussione dei prossimi giorni al Senato, questa norma venga soppressa.

Fonte: assoRinnovabili, Assoelettrica

 

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