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19-10-2011

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Ieri guardavo la puntata de Le Iene. Un servizio mandato in onda alle ore 23:00 denunciava una massaggiatrice che fotografava le parti intime delle sue pazienti. Per denunciare la donna, che poi si scopre che fotografava le sue vittime perchè suo marito glielo imponeva solo perchè non riusciva ad avere rapporti con la moglie, hanno ingaggiato una complice che doveva fingere di essere sua cliente.

Ovviamente si trattava di una modella di ottima presenza secondo il canone estetico targato Mediaset, ma era necessario il voyeurismo con cui è stato mostrato il servizio, sopratutto durante le scene in cui si rivestiva? (ripresa da dietro e da ogni angolo?) e sopratutto era necessario mostrare una delle vittime che perdonava i due maniaci?

Che messaggio può veicolare tutto ciò se non legittimazione delle molestie sessuali?

Certo, un servizio che denuncia una forma di violenza contro le donne poteva benissimo essere mostrato in altro modo e non da scatenare altro voyeurismo che poi legittima le violenze sulle donne, nata dalla visione della donna come un oggetto che alla fine gradisce la violenza subita.

Oggi ho avuto molto tempo a disposizione e l’ho passato a guardare tv. Bene, in nessun programma c’è stato almeno un messaggio positivo e non stereotipato nei confronti delle donne.

Durante il pomeriggio sono stati trasmessi i soliti dibattiti. L’immagine delle donne è sempre la stessa: c’è la donna che contrae matrimonio con il “principe azzurro”, un attore famosissimo o un uomo potente, c’è la donna sexy, le cui uniche aspirazioni sono quelle di posare per calendari sexy e di fare diete ferree, c’è la donna vittima di eventi traumatici o violenze, spesso vittime di femmicidi che non vengono mai chiamati con il proprio nome  ma strumentalizzati per fare audience, ci sono quei servizi che accusano le donne di oggi di essere meno femminili.

Ci sono quei tribunali mediatici che accusano le donne di non assolvere ai propri doveri coniugali per dedicarsi alla carriera (sentito oggi con le mie orecchie) e quei quiz preserali conditi di veline ammiccanti che possono parlare solo quando un conduttore maschio di mezza età ordina loro di ripetere alcune recite a memoria come dei burattini spesso a sfondo sessista che ricordano che le donne devono essere relegate a veline (o professorine) o a madri di famiglia con queste parole “nel 20xx non ci saranno più donne italiane, a causa di un deficit demografico, per colpa delle donne che per fare carriera non fanno più figli o ritardano la maternità” (sentito con le mie orecchie a L’Eredità di Carlo Conti che quasi ogni giorno ci regala ricerche sessiste).

Cambio canale e scopro che Mediaset è praticamente la stessa cosa. Seguo Striscia la Notizia e nello studio sono presenti le Veline (ora Carline) vestite da qualche centimetro di stoffa in più, studio variopinto e luminoso ma nulla di nuovo: stesso ruolo di sempre, mute, ammiccanti, sorridenti.

Una presa per il culo come se due centimetri di abito potessero dare più dignità all’immagine femminile, il problema è che le donne nella nostra televisione ci sono fisicamente ma sono assenti perchè costruite secondo un immaginario maschile.

Ci si può quindi stupire ancora alle soglie del 2012 se nei recenti scontri a Roma hanno partecipato anche delle ragazze? Si possono ancora usare parole più dure nei loro confronti solo perchè donne? Certamente, quando ancora la percezione delle donne è limitata a ruoli tradizionali.

Mary



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