
Dopo essersi già imposto all'attenzione del pubblico mondiale con il capolavoro del 1950 Rashomon, nel 1954 il regista giapponese Akira Kurosawa portò sul grande schermo la sua opera probabilmente più famosa e celebrata: I sette samurai, uno straordinario racconto d'avventura in cui i toni epici della narrazione si fondono con il ritratto di una società contadina, rappresentata con vivido realismo nelle sue abitudini quotidiane e nei suoi valori. Ricompensato con il Leone d'Argento al Festival di Venezia 1954, I sette samurai ha ricevuto due nomination all'Oscar e si è affermato come un'imprescindibile pietra miliare della settima arte, tanto da aver ispirato nel 1960 il fortunato remake in chiave western diretto da John Sturges, I magnifici sette.
A riproporre il classico di Kurosawa in home-video è CG Entertainment, che ha appena ripubblicato I sette samurai in un'edizione speciale Dvd per la collana Sinister Film, in una versione restaurata a partire dal negativo 35mm, capace di restituire il fascino visivo sprigionato da questo kolossal e le suggestioni della fotografia in bianco e nero di Asakazu Nakai. La pellicola è riproposta inoltre nella sua versione integrale, di circa 200 minuti di durata (spesso ridotta per le release internazionali dell'epoca), con l'opzione della lingua originale con i sottotitoli, del ridoppiaggio italiano o del doppiaggio italiano originale per la sua prima uscita nelle sale. Il Dvd include poi alcuni trailer, inclusi dei brevi spezzoni di repertorio (senza audio) che mostrano Kurosawa sul set durante le riprese.

Ambientato nel Giappone del 1586, durante la cosiddetta epoca Sengoku, I sette samurai narra l'impresa compiuta dai sette guerrieri ronin del titolo, ovvero samurai senza padrone, ingaggiati dagli abitanti di un piccolo villaggio rurale per difendere la comunità dai saccheggi commessi ripetutamente da una banda di briganti. I samurai, legati a un solido codice morale, accetteranno di difendere il villaggio in cambio di semplice nutrimento; lo spunto narrativo, tuttavia, costituisce il veicolo per un incontro fra due classi sociali e due culture, nel segno della costruzione di un dialogo e di un senso di solidarietà e di fratellanza che esprimono appieno lo spirito del cinema di Kurosawa.
Opera esemplare per ritmo e messa in scena (basti pensare alle emozionanti sequenze di battaglia che si susseguono verso l'epilogo), I sette samurai è una pellicola contraddistinta dal perfetto connubio fra semplicità e profondità. Kurosawa recupera infatti regole e modelli del racconto epico, lavorando però anche sulla costruzione dei caratteri, sulla definizione dei rapporti fra i personaggi e sulla portata etica delle loro scelte, e caratterizza ciascuno dei sette protagonisti con impeccabile precisione, conferendo ai sette samurai uno spessore e un'umanità che accrescono il pathos del film. Un film che, dopo oltre 60 anni, rimane una stupefacente testimonianza del talento del proprio autore.

