Non ricordo bene come sia nata questa mia passione per l'oriente, da che cosa sia scaturita esattamente.
So che è fatta di tanti singoli frammenti delle cose più disparate, legate fra loro da un unico filo rosso riconducibile (forse)
al fascino per l'esotico, per una tradizione, una cultura così tanto lontana da quella occidentale da farla sembrare qualcosa di diverso, distante e, non solo fisicamente.
Ricordo che è nata quando ero molto piccola, probabilmente rimanendo affascinata nel guardare Lanterne Rosse (film che peraltro non si addice esattamente ad una bambina di 7anni, forse), con le atmosfere che si respiravano all'interno delle corti degli antichi palazzi, nella penombra dietro alle grate in legno dei paraventi, nei loro gesti e riti, come quello di fasciare i piedi alle bimbe (un piede piccolo era simbolo di seduzione).
Tutto così strano e insolito per me. Ovviamente piccola così non lo colsi a pieno.
Dev'essere nata così la mia curiosità.
Di nuovo un film, ma dal sapore... coloniale? (sapore coloniole, si può dire? ahahha! beh.. a mio parare rende l'idea!), L'amante. Film che mi fece scoprire la Duras.
Poi è arrivato Yasunari Kawabata e la sua letteratura.
Racconti tragici, intensi, avvolti di malinconia e disperazione, ma composta, sottovoce, come congelata dal freddo di quegli inverni che fanno da sfondo ai suoi romanzi. Bellezza e tristezza, Il paese delle nevi, La casa delle belle addormentate.
Poi immagini e chincaglierie. I pettini fra i capelli delle geishe, i loro strumenti musicali, le teiere. Le vesti, calligrafie a pennello, sete e stampe. Hokusai (mi comprai anche pure il calendario della Kaos!).
(CURIOSITA': Sempre la Sara avendo sostenuto l'esame in Storia dell'arte Giapponese, studiando Lingue Orientali, mi ha raccontato che spesso nelle stampe di carattere erotico si possono osservare dei fogli di carta accanto gli amanti, la quantità di fogli starebbe ad indicare l'intensità dell'orgasmo femminile)
Ancora film e musiche, meravigliose colonne sonore ad accompagnare l'impeccabile fotografia di W.K. Wai. La bellezza di Gong Li. Un mondo ovattato, sensuale, languido.
(per chi fosse incuriosito ecco un frame di 2046, qui)
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