“Ci aspettavamo quasi un tono sommesso dall’incontro, viste le notevoli problematiche che affliggono il mercato energetico ormai da tempo – commenta Luigi Gabriele, Responsabile Rapporti Istituzionali Codici – Un esempio su tutti è la piaga dei contratti truffa e dei venditori senza morale. Ma consideriamo anche il fatto che, nonostante i 12 miliardi di euro all’anno per le fonti rinnovabili, per i consumatori non è sopraggiunto alcun vantaggio concreto. I vantaggi sembrano esserci sempre e solo per i grandi investitori. Il clima invece era di grandi speranze e fiducia per il miglioramento del mercato, cosa che ci auguriamo vivamente, ma che si potrà realizzare, a nostro avviso, esclusivamente con il rafforzamento dell’Autorità e l’implementazione della sua trasparenza”.
La trasparenza è infatti un concetto chiave quando si ha a che fare con soggetti che possiedono ruoli strategici nei mercati. È essenziale per l’Autorità mantenere una posizione di assoluto distacco da operatori e lobbies in grado di influenzare la sua attività.
Secondo la normativa vigente l’Aeeg è un’Autorità che tutela i consumatori e sviluppa il mercato. Ma i consumatori sono veramente tutelati in ogni loro aspetto? E il mercato ha sviluppato le sue piene funzionalità? Purtroppo le risposte sono negative, ma la strada del miglioramento non è impossibile, perché passa per un rafforzamento delle competenze e del ruolo dell’Autorità dell’energia, oltre che un aumento di indipendenza da fonti esterne e di trasparenza della sua attività.
Proprio a tal riguardo, Codici propone di predisporre la diretta streaming di tutte le riunioni del Collegio, che costituirebbe, da parte dell’Autorità, un segnale importante di grande disponibilità alla trasparenza.
L’Associazione condivide pienamente l’intento del Governo di rivedere i poteri dell’Autorità, ma soprattutto in vista di una maggiore trasparenza e indipendenza dell’organo, visto che dal mercato arrivano sempre più pressioni da cui difendersi e tra cui destreggiarsi. L’esempio tipico è quello del potere che alcuni dirigenti d’azienda rivestono anche in conseguenza di collegamenti con esponenti della politica. Sono forse questi i motivi per i quali non si toccano i grandi monopoli come quello della distribuzione?
Fonte: Codici, Centro per i Diritti del Cittadino