di Federico Capone
Né il maestro Pecoraro, né il poeta Casarano, da me insistentemente invitati, vollero prendervi parte; e avevano le loro valide e buone ragioni, per il trattamento avuto dopo la prima Sagra.
Vi partecipò invece Schipa inviandomi la canzone Rùmule fatte, rùmule19, così come aveva promesso.
Vi parteciparono altri poeti e altri musicisti, in una selezione che io stesso operai e che doveva svolgersi in un tempo molto limitato. C’era poco da scegliere, e da quel poco trassi il meglio. Per arricchire e rendere interessante la Sagra, invitai il coro misto di Alessano, che in costume dell’800, si esibì in canti vendemmiali e folkloristici, con scene e danze locali.
Fu un lavoraccio questa terza Sagra, che mi costò giorni e notti di grande fatica.
Ma fu realmente la mia ultima Sagra, nel senso di manifestazione artistica-culturale, a carattere popolare e folkloristico, perché le altre che vennero dopo, organizzate dal Dopolavoro, ma affidate a mestatori politici e a incompetenti, abusarono del nome di Sagra.
19. La canzone s’intitolava Rumule, con versi Maria Attisani Vernaglione e musica di Tito Schipa. Fu cantata da Elena Petrini.