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1959, l’anno della revolucion

Creato il 04 agosto 2010 da Dallomoantonella

 

1959, l’anno della revolucion

1959, l’anno della revolucion

1959, l’anno della revolucion

Hanno scritto di lei…

La breve cronologia dei fatti

 Cenni Storici

 
I primi uomini arrivarono nell’isola di Cuba dal Sudamerica intorno al 3500 a.C. Si trattava di popoli di pescatori e di cacciatori-raccoglitori, a cui si aggiunsero in seguito gli agricoltori indiani Arawak (Taino). Quando arrivarono gli Spagnoli, alla fine del XV secolo, tre quarti della popolazione di Cuba (100.000 persone) erano formati da Arawak di lingua taino.

Colombo avvistò Cuba il 27 ottobre 1492. Nel suo diario Colombo scrive: ”Questa isola è la più bella che occhi umani abbiano visto, piena di ottimi porti e fiumi profondi, con quel mare che sembra non doversi mai sollevare”. L’isola viene chiamata “caiman” dalla forma di caimano disteso nel Mar dei Caraibi.

Cuba e la sua popolazione caddero sotto controllo spagnolo nel XVI secolo. La lotta per l’indipendenza iniziò nel 1868 e continuò fino alla Guerra Ispano-Americana del 1898. Gli Stati Uniti occuparono l’isola fino al riconoscimento dell’indipendenza nel 1902 anche se continuarono ad esercitare un controllo considerevole sugli affari cubani.

Storia recente

1952 In previsione delle elezioni, Fulgencio Battista realizza un Colpo di Stato con il beneplacito degli Stati Uniti. Il paese subisce una repressione violentissima e Batista si dimostra essere un dittatore violento e spregiudicato. L’Ateneo dell’Habana viene chiuso e Fidel Castro, dirigente studentesco denuncia l’illeggittimità del nuovo governo. La sua denuncia non portò alcun risultato. Batista trasforma Cuba in una “Isola del Piacere” e patria della malavita statunitense. Fidel Castro fonda un movimento rivoluzionario per abbattere il regime militare di Fulgencio Batista.
Battista

1953 Con 180 compagni male armati Fidel organizza l’assalto alla caserma Moncada di Santiago de Cuba; L’attacco fallisce e molti dei combattenti vengono torturati dopo la cattura e uccisi. Malgrado la sconfitta, l’assalto al Moncada dimostra che a Cuba esisteva un gruppo capace di preparare e compiere azioni di guerriglia, senza che la polizia di Batista, considerata onnipresente e inattaccabile, si accorgesse di nulla. Castro e i superstiti vengono condannati a pene detentive nel super carcere dell’Isola dei Pini. In occasione del suo processo Fidel Castro trasforma la sua autodifesa in un atto di accusa del regime.
Moncada

1955

Fidel, Raùl, amnistiati, si rifugiano in Messico per preparare la lotta al dittatore Batista, che nel frattempo ha legalizzato il suo potere con un nuova truffa elettorale. In Messico Fidel conosce il giovane medico argentino Ernesto Guevara (il Che) e lo associa al suo progetto rivoluzionario.
Ernesto Guevara

1956

Castro, Che Guevara ed altri 81 rivoluzionari, salpano dal Messico a bordo di uno Yacht, il Granma, e sbarcano presso Playa Las Coloradas. Intercettati dalla marina e mitragliati dagli aerei i superstiti si rifugiarono tra le montagne della Sierra Maestra. Inizia la guerriglia alla quale aderiscono larghe fette di popolazione.

1958

Nasce Radio Rebelde.
Che Guevara e Camilo Cienfuegos partono da oriente per la conquista dell’Isola.
Camilo Cienfuegos

1959 Nella notte di capodanno del ’59 i rivoluzionari liberano L’Avana. Batista e i suoi seguaci fuggono in aerei carichi d’oro a Santo Domingo. Un mese dopo, Castro viene nominato primo ministro:
è la vittoria della rivoluzione cubana!
Nello stesso anno parte la riforma agraria che nazionalizza tutti i possedimenti agricoli con un’estenzione superiore ai 400 ettari.

1960 Il 2 gennaio i castristi entrano trionfalmente all’Avana, dove Fidel arriva sei giorni dopo. Fidel Castro diventa Primo Ministro. Che Guevara Ministro dell’Industria e Presidente della Banca Nazionale. Si pose fine al latifondismo. Gli Stati Uniti mettono in atto un boicottaggio economico bloccando l’importazione di zucchero.
Fidel Castro e Che Guevara

1961 Il 16 aprile del ’61 Fidel Castro annuncia la volontà di creare il primo Stato socialista dell’America latina. Il primo dicembre Cuba si dichiara Repubblica democratica socialista. Il 17 aprile 1.500 mercenari anticastristi, armati dagli Stati Uniti, sbarcano nella Baia dei Porci per raggiungere l’Avana e rovesciare il regime castrista, ma l’attacco fallisce.

1962 24 ottobre: scoppia la crisi dei missili tra Stati Uniti e Unione Sovietica per 42 ordigni nucleari che Kruscev ha fatto installare a Cuba. La crisi si risolve in cinque giorni con la decisione del Premier sovietico Nikita Krusciov di ordinare il ritiro dei missili nucleari da Cuba.
Kruscev

1965 Il 2 ottobre 1965 nasce il Partito comunista cubano. Il 3 ottobre Castro dà pubblica lettura di un testo in cui Guevara annuncia l’addio a Cuba. Il Che decide di portare la rivoluzione in Bolivia. In ottobre c’è il primo esodo in massa dei cubani. Avviene dal porto di Camarioca in forme caotiche con il consenso di Fidel. Gli Stati Uniti si vedono costretti a un primo accordo sull’emigrazione.

1967 In giugno si verificano i primi contrasti seri tra l’Avana e il Cremlino per l’appoggio cubano alle guerriglie del Terzo Mondo. L’Unione Sovietica non vuole aumentare le tensioni internazionali. Cuba è alle prese con le catastrofi provocate prima da un ciclone e poi dalla siccità.
Che Guevara viene catturato in Bolivia e ucciso il giorno dopo.

1968 Il 24 agosto Fidel Castro approva l’invasione della Cecoslovacchia da parte delle truppe del Patto di Varsavia. La dichiarazione fa torna il sereno con il Cremlino, che firma con Cuba accordi economici.

1975 Si svolge il primo congresso del Partito comunista cubano. Per la prima volta Castro parla della partecipazione dei volontari cubani alla guerra in Angola. I militari cubani saranno inviati in Angola, Mozambico e Etiopia in appoggio ai movimenti indipendentistici. Le truppe cubane si ritireranno dall’Angola nel 1988.
Fidel Castro

1980 In marzo 10.000 cubani si rifugiano nell’ambasciata del Perù all’Avana. Fidel esce dalla crisi autorizzando un secondo esodo in massa degli scontenti. Gli Stati Uniti sono costretti a un nuovo accordo sull’emigrazione.

1986

Primi contrasti tra Castro e Gorbaciov. La rottura viene sfiorata nell’aprile del 1989 in occasione della visita del leader sovietico all’Avana.
Fidel Castro

1989 Crolla il Muro di Berlino. Il blocco sovietico si sfalda e Cuba perde il proprio referente economico. Mikhail Gorbaciov si reca in visita a Cuba, ma i rapporti tra i due paesi si raffreddano dopo che Castro si dichiara contrario alle riforme introdotte dal premier sovietico.

1991 Nell’agosto del ’91 l’Urss annuncia il ritiro unilaterale dei suoi militari, consiglieri e tecnici presenti sull’isola, oltre a interrompere il sostegno economico al regime.

1992 In profonda crisi economica, L’Avana decide un taglio traumatico alle importazioni di petrolio; comincia il razionamento elettrico e negli uffici pubblici condizionatori e ascensori vengono fermati due giorni alla settimana. In ottobre, negli Stati Uniti viene approvata la legge Torricelli che limita la libertà di commercio con Cuba da parte di altri Stati.

1993 Le elezioni generali riconfermano Fidel e Raùl rispettivamente come capo e vicecapo dello Stato. Si verificano intanto le prime ampie contestazioni di piazza verso il regime, mentre aumenta l’esodo di profughi verso gli Stati Uniti.

1998

La visita del Papa Giovanni Paolo II a Cuba dà inizio al processo di pacificazione tra Cuba e gli Stati Uniti. Per l’occasione Fidel Castro autorizza la celebrazione del Natale.

2000 Grazie al forte impulso all’industria turistica, Cuba raggiunge 1.800.000 turisti l’anno.

 

 

  Ogni anno   i giovani e i meno  giovani  vanno  più che mai  ancora a  Cuba a passare le loro vacanze,  e non ci vanno  solo per le cubane, solo per il mare, solo per il sole…è il fascino della   rivoluzione  che   ancora conquista, che ancora  richiama;  è il fascino  di un paese che lo si voglia o non lo si voglia  ammettere,  è rimasto l’ultimo baluardo  dell’idea  comunista   che ancora  non  fa storcere il naso e non fa abbassare la testa  ai suoi  stessi sostenitori.

E  non c’è certo di che stupirsi;  si è rivoluzionari  nello spirito,  nel pensiero, nell’idea di libertà  e di giustizia  che vorremmo vedere applicata  al quotidiano, alle regole  di vita, alle esigenze  di  condivisione  come  di conquista  dei propri  spazi  personali.

Si è rivoluzionari oltre ogni mito ed oltre ogni mitologia,  consapevoli che non esistono  trascinatori  senza contraddizione, che non  esistono  sovversioni  di  paesi   che sanno conservare  la loro  strada senza  inevitabili  compromessi continui…

Trovare un compromesso, cioè una soluzione, non è tradire la causa, l’idea, il movimento di pensiero  che sta alla base  di un cambiamento storico  radicale.

Del resto  cosa rimane fuori  della rivoluzione e delle sue non negabili  responsabilità,  fuori di quello che potremmo definire un movimento di popolo  che ha avuto  i suoi  indiscutibili leaders?  Solo macerie,  solo  scandali, solo corruzione, solo fallimenti, solo ipocrisia, solo vecchiume,  gente  che è già vecchia ancor  prima  di diventare adulta,  che   per  una  maledetta   malformazione   che si chiama  senilità mentale, che si chiama  paura  del cambiamento,  che si chiama   legge di mercato,  non riesce  a guardare il mondo  con occhi  aperti, lungimiranti,  costruttivi  e  coraggiosi…

“Cuba si opponeva all’idea sovietica di un “socialismo di mercato” , il quale prevedeva l’autonomia delle aziende e la ricerca del profitto, difendendo al contrario, un sistema basato sulla pianificazione centralizzata fondata su criteri sociali, politici ed etici: anziché prevedere premi di produzione e prezzi determinati dal mercato, si provava di rendere gratuiti alcuni beni ed alcuni servizi.”  sono le parole  di chi  a studiato il tema  e ci ha riflettuto e ci sta riflettendo… (vedi www.resistenze.org  )

Personalmente  non sono mai stata  a  Cuba,   non   ancora,  ma ci andrei volentieri,  se non altro per  assaporare   il clima  locale  così  diverso dal nostro,  e non mi riferisco ovviamente lle condizioni  atmosferiche.

Che  Guevara  non è morto  durante  la magica  rivoluzione  caraibica,  è andato a morire  in un paese  straniero, tra gente  straniera  che non aveva  evidentemente   nessuna voglia  di ripetere il miracolo  cubano.  Però  un  domani non troppo inverosimile    forse la storia  di quest’isola   potrà ancora insegnare  qualcosa  al mondo.

Dopo  Castro, dopo  le  fasi  del pugno duro,  dopo  gli assestamenti  accaduti   tra   ex-mondo comunista  e  nuovo mondo capitalista,  i popoli  vanno avanti,  ci sono sempre nuove problematiche,   questioni, urgenze ed  equilibri  da  costruire, ma io credo  che  Cuba  resterà  fedele a  se stessa, simbolo di un sogno,  di un momento storico  planetario   che  oggi più che mai  non può che confrontarsi   con  i paesi  nascenti  e con  i nuovi volti  dell’intellighenzia  planetaria.

Almeno qui  la volontà di cambiamento  è riuscita, in un modo o in un altro…,è ancora  in evoluzione , ha lasciato una traccia continuativa,  è entrata  umanamente nella storia, ha ancora i suoi vivacissimi sostenitori, è ancora un movimento di popolo.  Cuba  è di fatto una rivoluzione permanente, entrata nelle ossa della gente cubana, nuova generazione compresa, nonostante l’infiltrazione  capitalista  ad opera del turismo occidentale, nonostante  le dure guerre  di  attacco  economico  miranti alla destabilizzazione  del governo castrista.   Cuba  è  come è stata definita il laboratorio del socialismo reale.

 Infatti  Qui accade che:

Il curriculum vitae funge da propaganda elettorale e la comunità è quella che ti vota rappresentante e che, allo stesso tempo, ti valuta constantemente avendo il diritto costituzionale di revocare in ogni momento la propria decisione a fronte di una fiducia mal riposta. 

Qui accade che:

L’assemblea del Poder Popular è ben conscia dei contuinui cambiamenti del mondo, dei rapporti di forza, delle condizioni geo-politiche e delle rispettive ricadute sulla società cubana. Per questa ragione non ci si deve stupire dei cambiamenti in atto a Cuba, poiché il carattere della rivoluzione cubana è concettualmente permanente. Qui accade che:  Molteplici sono le chiamate alle assemblee popolari per esprimere i propri punti di vista o le proprie critiche. Il dibattito, le analisi, le proposte che arrivano dal basso vengono continuamente verificate e le diverse necessità della popolazione è sempre al centro dell’agenda politica governativa , impegnata a ricercare soluzioni alle diverse istanze. E  Qui siamo a Cuba,  che non sta sulla  luna…

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