Nozione di classe sociale, della funzione storica delle classi, coscienza della propria appartenenza ad una determinata classe e – eventualmente – all’ideologia che vi si connette: sono termini correnti nel linguaggio politico odierno, sono canoni di giudizio storico frequentemente usati. Ma un forte numero dei nostri giovani li respinge radicalmente.
A quale delle seguenti classi credete di appartenere?
Quale è la condizione professionale di vostro padre?
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In un processo di lenta ma evidente attenuazione, rimane tuttavia, nel complesso, confermato il carattere, diciamo così, classista in senso limitatore delle scuole medie superiori, sia in considerazione del numero ancora ridotto dei figli dei lavoratori manuali-operai le cui famiglie costituiscono, nel nostro paese, oltre un terzo della popolazione (...), sia in considerazione dell'"imborghesimento" immediato dei frequentatori.I 17 studenti che si definiscono "proletari", oltre ad essere ben pochi, non rispecchiano un'estrazione sociale originaria ed univoca, perchè i loro genitori sono: tre impiegati, un professore, un padrone, due commercianti, tre agricoltori, uno di cui manca l'indicazione professionale, e - finalmente - sei operai. Anche questo ci induce a pensare che il concetto di classe stia subendo, oggi, una profonda trasformazione una volta che esca da una "situazione" puramente economica per diventare "interpretazione" consapevole della vita politica.
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estratto da "I GIOVANI DEGLI ANNI SESSANTA" di Ugoberto Alfassio-Grimaldi e Italo Bertoni - Laterza (1964)