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"Subito dopo aver interpretato il ruolo del cugino malvagio nel teleromanzo sceneggiato "Una tragedia americana"- racconta Luigi Vannucchi - ricevetti un sacco di lettere di gente che, confondendomi forse con il mio personaggio, mi scriveva per rimproverarmi di essere stato così cattivo, e per esortarmi a diventare più buono in futuro. Naturalmente, leggendole, mi facevo un sacco di risate, e passavo oltre. Un giorno apro una lettera, convinto di trovare i soliti rimproveri, ed incomincio a leggere i più sperticati elogi. Chi me l'aveva spedita affermava addirittura che io ero il suo salvatore e che grazie a me egli aveva ritrovato la pace familiare. Tutto contento di aver trovato finalmente qualcuno al quale il personaggio da me interpretato non era antipatico, stavo per mostrare a mia moglie la lettera, quando l'occhio mi scappò sulle ultime righe. Sapete perchè nel ruolo del cugino cattivo ero tanto piaciuto a quel signore? Perchè da quando ero apparso sul teleschermo bastava che minacciasse i suoi tre diabolici figlioletti di chiamarmi, per farli stare calmi e zitti per un bel pezzo, permettendo così al loro padre di schiacciarsi il meritato sonnellino pomeridiano!"
("Grand Hotel" - 11 maggio)
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