C'era da aspettarselo: Rita Pavone, un anno di carriera, si può considerare, ormai una veterana. I suoi fans, che irridevano agli ammiratori di Mina, appartengono ormai alle vecchie generazioni. Diciotto, vent'anni: "antenati", ecco cosa sono. I loro idoli, fra qualche anno, saranno relegati in un limbo vaporoso dove la memoria senza gratitudine, annullando le distanze, vedrà un'unica folla illividita di cantanti del "passato": Tony Dallara e Gino Franzi, Nico Fidenco e Carlo Buti, Miranda Martino e Anna Fougez, Gino Paoli ed Ernesto Bonino, Cocky Mazzetti e Luciana Dolliver, Rita Pavone e Nilla Pizzi, Tony Renis e Alberto Rabagliati. L'avvenire appartiene ai quindicienni. Loro sono i cantanti, loro sono il pubblico che imporrà finalmente una "svolta decisiva" -come scrivono i bollettini d'informazione - al mercato discografico. È ora di finirla con "Come te non c'è nessuno" e simili pezzi d'archeologia musicale. Finiamola coi gusti dei liceali e l' "interpretazione fedele" del loro mondo. A chi interessa più?
Vogliamo l'interpretazione, ora, del mondo così complesso dei ginnasiali, vogliamo che i quindicenni, finalmente, "rappresentino il nostro tempo, le nostre aspirazioni, le nostre crisi".
Per qualche mese, naturalmente, perchè già spinge, subito dietro, un'altra schiera, folta e agguerrita, che ha ben diritto, siamo giusti, di dire una sua parola definitiva nel mondo della musica leggera: i ragazzini delle elementari. Gli ottenni, i novenni. Già si vedono i segni premonitori, in certe trasmissioni televisive pomeridiane, di una loro conquistata maturità a raccogliere, con responsabile coscienza, l'impegnativa eredità musicale dei teenagers: basta osservarli con quanta abilità muovono simultaneamente le gambettine e i braccini, sorridenti intorno i genitori, e arrocano la voce imitando da bravi ometti gli ultimi idoli del twist tramontante.
Per ora, tuttavia, il loro tempo non è ancora giunto. È il momento, adesso, dei quindicenni. Ultima scoperta, Gianna Forretti, [...]