1984, George Orwell e la People from Ibiza

Creato il 11 gennaio 2011 da Naimasco78

Sono nata nel 1978, quindi avevo 6 anni quando nel 1984 uscì “The Reflex” dei Duran Duran. Il video all’epoca fu un mirabolante sfoggio di effetti speciali, con una finta cascata che usciva dal maxi schermo e inondava un pubblico di teenagers in lacrime che si strappavano i capelli alla vista del leader del gruppo, Simon Le Bon.

Sempre nel 1984 venne pubblicato l’album “Like a virgin” grazie al quale una giovanissima ipertrasgressiva Madonna iniziò una lunga carriera di lanci di mode al limite della lungimiranza: dai braccialetti multipli di gomma ai guanti di pizzo, passando per i capelli biondo platino, i brillantini incastonati nei denti fino ad arrivare agli stivali di vernice indossati con i pinocchietti come nel video “Beautiful stranger” con Austin Powers e alle pettinature rivisitate stile Abba come in “Hung up”.

Diciamo la verità, tutti ne parlano male, tutti li chiamano “il periodo nero della moda” ma tutti li ricordiamo con grande affetto, soprattutto noi nati negli anni ’70: gli anni ’80 hanno rappresentato qualcosa, hanno cambiato qualcosa per sempre nonostante siano un’entità  esistita solo dal 1980 al 1989. Non facciamo altro che ripetere quanto fossimo brutti e sembrassimo molto più vecchi di adesso con quelle spalline imbottite, quei trucchi pesanti e quei frisèe ma ci fermiamo tutti davanti alla televisione quando danno “I Goonies”, “Flashdance” o i vecchi sketch del Trio a “Fantastico”. Nel 1984 io e mio fratello cantavamo “Say say say” fingendo di essere Michael Jackson e Paul McCartney, mia sorella aveva una permanente da denuncia, mia madre si lamentava perchè non voleva che comprassi il Crystal Ball perchè sosteneva fosse tossico e al cinema uscivano due cult movie della nostra madre patria: “L’allenatore nel pallone” e “Il ragazzo di campagna”. Sono gli anni degli yuppies, di Gianni Agnelli e della “Milano da bere”, sono gli anni in cui tutti eravamo più ricchi e ci sentivamo più forti, gli anni in cui c’è stata realmente la ripresa dalla guerra. E’ inutile far finta di non amarli, li amiamo tutti, chi più e chi meno, chi solo per certi aspetti e chi invece si emoziona solo a sentirli nominare. In fondo è in quegli anni che l’Italia ha scoperto la disco music, che il panorama musicale ha sfornato il maggior numero di meteore che nonostante la loro breve vita sono riuscite a partorire un tormentone che rimarrà tatuato per sempre nella nostra mente: “Tarzan Boy”, “People from Ibiza”, “L’estate sta finendo” e “Walk like an Egyptian” sono solo alcuni esempi. Amo gli anni ’80 e li ricorderò per sempre come il periodo della mia formazione, del Billy e del Mago G, delle Superga e delle Big Babol alla frutta. George Orwell in “1984″ descrive un mondo futuro, una realtà completamente inventata, un qualcosa di profetico che poi alla fine si è verificato. Gli anni ’80 sono questo per me: profetici, fantascientifici, un qualcosa che sembra frutto della fantasia di qualcuno.

Anche Berlusconi fondamentalmente è un prodotto degli anni ’80: la Fininvest, Craxi e il Partito Socialista, il Milan, la Standa e la Mondadori. Ma allora ancora non potevamo sapere.



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