Mondi paralleli e nemici, realtà non tanto virtuali quanto pericolosamente vicine a un romanzo universo che penetra nella mente del lettore sino alla definitiva creazione di un piano in cui colui che scrive e colui (o colei) che legge diventano la stessa azione prima ancora che persona. 1Q84 Libro 1 e 2 che fa da prodromo a questo 1Q84 Libro 3, in cui si tirano le somme di una gigantesca narrazione che prende le mosse da una quotidianità infusa di metanarrazioni, di confronti e descrizioni che amalgamano libri che parlano di libri e che diventano protagonisti di una realtà sommersa di sette segrete e di derive politico religiose che, alla fine, paiono non una finzione, bensì l’unica e necessaria descrizione di una realtà che onirica non è poi tanto. Ma le somme che vengono tirate portano non alla definitiva conclusione, bensì lasciano trasparire piccoli strappi alla realtà apparentemente pacificata, strappi attraverso i quali non è detto che altri incubi non possano fuggire per condensarsi in una realtà che è ancora altra e oppositiva. Murakami è il cantore di una contemporaneità perversa nella sua apparente tranquillità e tranquilla nella sua accettazione del perverso. Il perturbante di Freud diviene così il solo mezzo di comprensione e di lettura di un presente inquietante. E Murakami ci manda un messaggio, scrivendolo sui muri di una Tokio evanescente e angosciante nella sua immobilità. E’ il suo personalissimo e ubikiano “io sono vivo, voi siete morti”. La domanda è: a quale livello di realtà ci siamo svegliati? La risposta è: meglio non guardare la luna. Mai. Un libro.
1Q84 Libro terzo, di Murakami Haruki (Einaudi).