Ok, apro quest’articolo con un breve aneddoto.
Ho imparato il significato reale della festa del 2 giugno in prima media e da allora non l’ho più dimenticato. Il fatto è che non è stato un libro di storia a imprimermi nella mente ciò che ricordo ma la professoressa di italiano e storia che, picchiettando gli enormi anelli d’oro e gemme sulla cattedra, ripeteva incessantemente il significato della festa della Repubblica, e come si era storicamente arrivati a quel giorno. All’epoca devo dire che quel rumore ridondante e la voce squillante di lei non erano proprio accolti a braccia aperte, ma valutando la questione in seguito, devo riconoscere che il metodo della prof. ha funzionato.
Parliamo allora un po’ della festività del 2 giugno, e vale la pena farlo perché negli ultimi anni feste dal significato storico vengono spesso ricordate solo per il modo in cui occupiamo quel tempo libero: per esempio il 25 aprile e il 2 giugno sono associati più alle scampagnate che si usano fare che a ciò che successe in quelle date decenni fa.
Le elezioni politiche italiane del 2 giugno 1946, furono le prime elezioni della storia italiana dopo il periodo di dittatura fascista, che aveva interessato il Paese nel ventennio precedente. Immaginate dunque, dopo vent’anni di dittatura e una guerra devastante appena conclusa, quanto la gente avesse non solo la voglia ma una vera e propria necessità di scrollarsi di dosso gli orrori e la mancanza di libertà patiti per così tanto tempo. Immaginate come si accostò alla possibilità di decidere finalmente del futuro del proprio Paese.
Si votò per l’elezione di un’Assemblea Costituente cui sarebbe stato affidato il compito di redigere la nuova carta costituzionale, come stabilito con il Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 151 del 25 giugno 1944. Contemporaneamente si tenne un referendum istituzionale per la scelta fra Monarchia e Repubblica. Uno degli elementi più importanti fu il fatto che il Referendum fu a suffragio universale, votarono cioè gli uomini di tutti i ceti sociali e per la prima volta in Italia anche le donne. Una grande conquista soprattutto per quelle donne che avevano supportato la Resistenza o combattuto loro stesse al fianco dei partigiani e che in generale avevano patito gli ideali maschilisti del regime fascista.
La Repubblica vinse il confronto con la Monarchia e l’Italia rinacque sotto nuove spoglie, quelle che conosciamo oggi (anche se nel corso degli anni si è un po’ perso il senso di ciò per cui combatterono i nostri nonni). Contemporaneamente la famiglia regnante, i Savoia, fu esiliata. Analizzando le azioni dell’ultimo re d’Italia durante l’avvento del fascismo (il re praticamente “consegnò” a Mussolini il governo del Paese e in seguito non fece molto per imporsi o rimediare al danno) non c’è da stupirsi che la scelta del popolo ricadde sulla Repubblica. Inoltre (e qui mi concedo il lusso di fare un po’ di ironia, ma non troppa) assistendo ora alle illuminanti apparizioni televisive e pubblicitarie (sob!) del principe Emanuele Filiberto di Savoia, direi che i nonni furono proprio saggi a togliere le redini del Paese ai Savoia.
In definitiva comunque auguro a voi tutti una serena festa della Repubblica facendo, perché no, una bella scampagnata, ma tenendo sempre a mente il retaggio di Paese e cittadini che ci portiamo dietro.