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Mercoledì 31 ottobre 2012
CAMMINARSI DENTRO (433): 2 novembre
Il 2 novembre sarà una buona occasione per piangere i propri morti, ma è sperabile che ci siano lacrime a sufficienza per piangere tutti coloro che sono morti alla speranza di essere amati da noi o almeno considerati, rispettati, riconosciuti. Che dire poi di noi, morti nel cuore di chi ci aveva promesso lungo amore! ma forse no, ci eravamo solo illusi di aver sentito le parole più lunghe, quelle che durano più di una notte d’amore! Bisognerebbe istituire una Giornata della vita speciale, per ricordare gli amori mai nati, quelli delle lunghe attese e quelli che aspettiamo ancora.
Accanto all’immortalità dell’anima personale, bisognerebbe celebrare l’illusione eterna, la chimera che non ci abbandona mai e che risorge sempre, a popolare i nostri sogni ad occhi aperti di vani ragionamenti, inutili anticipazioni, rovinosi entusiasmi, racconti senza storia.
Bisognerebbe prevedere una particolare forma di assistenza per coloro che sono inclini a fantasticare troppo, a fondare scampoli di felicità su pochi sorrisi, magari abbracci ripetuti, emozionanti rendez-vous con la seduzione e l’incanto. Come se la vita fosse un’incantevole serata d’autunno, alle soglie di un inverno che non arriverà mai!
Invece è arrivato il gelido vento degli ostinati silenzi e degli scarti improvvisi, i rilanci ossessivi e i dinieghi. Sapevamo già dell’inverno del cuore. Abbiamo attraversato le nostre solitudini e costruito per noi un acconcio deserto che valesse come prova di inesausto amore. Abbiamo vissuto uno per uno tutti i nostri inverni, paghi di ogni più aspro rimprovero e rammarico, perché presi dalla nostra parte. L’abbiamo recitata tutta, di una sola cosa delusi, che non ci fosse stato riservato nemmeno un addio. La nostra colpa fu grande, tanto che non è mai stata nominata. Deve essere stata veramente grande, se ci apprestiamo a piangere noi la morte di chi non fu da noi amato come avrebbe meritato!