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2 novembre – Giorno dei Morti

Da Paolo Statuti

Rapian gli amici una favilla al Sole

A illuminar la sotterranea notte,

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Perché gli occhi dell’uom cercan morendo

Il Sole; e tutti l’ultimo sospiro

Mandano i petti alla fuggente luce.

 

Ugo Foscolo (1778-1827)

Dei Sepolcri:  vv. 119-123

 

 

   Con questa reminiscenza liceale desidero iniziare il mio omaggio poetico a tutti i defunti che il 2 novembre di ogni anno rivivono nel nostro ricordo. E’ il giorno in cui tanti amici, parenti, conoscenti tornano col pensiero a qualcuno che li ha preceduti nel “grande silenzio”. Il 2 novembre i cimiteri si accendono di luci e di fiori e le tombe vengono indorate dalle foglie autunnali. Il culto dei Morti è antichissimo e vive tuttora, perché è legato al rispetto e alla gratitudine verso quelli che ci hanno amato. Ho scelto per loro e per tutti quelli che amano i propri defunti, alcune poesie nella mia versione. Vorrei che contribuissero a creare nel cuore di ciascuno di noi quel calore e quella serenità, che soprattutto in questo giorno doniamo ai nostri cari scomparsi e riceviamo da loro.

 

 

 

 

 

Jan Twardowski (1915-2006)

 

Sempre presenti

 

Diceva che davvero bisogna amare i defunti

perché proprio loro sono ostinatamente presenti

non si addormentano

hanno il tempo tondo quindi non hanno fretta

tranquilli perché non hanno esaurito niente

neanche in caso d’incendio salterebbero in piedi

non mandano giù come noi il senso intimorito

non si fingono né migliori né peggiori

non pronunciamo su di loro migliaia di sentenze

sempre gli stessi come l’ontano verde fino all’ultimo

conoscono perfino l’indirizzo privato di Dio

non declamano sull’amore

ma aiutano a trovare gli oggetti smarriti

non invecchiano ringiovaniti dalla morte

non spaventano con un vuoto pieno di erudizione

non uniscono santità e appetito

più vicini di quando se ne andavano per un attimo

passando accanto con il corpo non visto

hanno salvato assai più di un’anima

 

 

 

 

 

 

 

 

Halina Poświatowska (1935-1967)

 

   Essi ci amano, i cimiteri solitari, essi che sono tanto con noi, che sono quasi dentro di noi. Paradosso reversibile, perché forse siamo noi dentro di loro. Delineando con un dito il contorno del proprio corpo, consideriamo il geranio piantato in basso e la clessidra posta a capo del letto. Il sussurro della betulla inclinata, l’intreccio delle sue avide radici, il succulento verde delle foglie. E baciando per la buona notte la tua fronte sul sopracciglio sinistro, penso alla piccola cappella con la croce di legno messa di traverso. Odore di terra…

 

 

Paolo Statuti

 

Morte di un amico polacco

 

Caro Zbyszek,

qui dove frusciano i ricordi

e il sasso geme

sotto il piede amico,

improvviso sei giunto

e subito cortese, esitante,

hai chiesto d’unirti

al coro dei silenzi,

ma immaginarti silenzio

io non posso:

troppo umana e schietta

era la tua voce.

 

 

 

Kazimiera Iłłakowiczówna (1888-1983)

 

Morti…conosciuti…amati

 

Vengono da me soltanto sui viburni,

sui pruni, sui violacei mirtilli,

i morti, i conosciuti, gli amati.

Vengono da me soltanto sui fruscii

impigliati tra vortici ansanti:

“Tu qui?…Ah, che tempo…”

Per le brine – le sopracciglia grigie,

le giovani ciglia stranamente pesanti…

E li accarezzo benché sappia che – non vivono…

I conosciuti…quelli che amavo:

Jaś, bruciato col suo aereo

e Kazio, che morì più tardi,

Pawełek coperto dall’oceano,

Tadzio, fucilato dai banditi…

Giovani, pensosi, sprecati,

vengono da me, vengono sui viburni

i conosciuti, i morti, gli amati.

 

Jan Brzechwa (1900-1966)

 

Il Giorno dei Morti

 

Quando con la ruggine ramata

Delle gialle foglie d’autunno appassiscono le nubi

Indoviniamo cosa le nubi vogliono da noi,

Rattristate nella loro alta distesa.

Sulle ciocche grigie si stende l’estate di san Martino,

Sulle tombe i lumini guizzano alle anime defunte,

Presto, presto toccherà a noi,

Anche le nostre anime verso quei lumini andranno.

Se la vita è un filo – esso si può troncare,

E andare sopra una nube come su una zattera d’argento…

Ah, come facile, ah, come facile sarebbe vivere,

Se non vivere fosse ancora più facile!

 

 

(C) by Paolo Statuti

 

Alcune immagini del cimitero monumentale “Powązki” a Varsavia, che nel Giorno dei Morti si riempie di noti attori e attrici che fanno la questua per il restauro della storica necropoli, dove sono sepolti nomi illustri della storia e della cultura polacca.

 

 

 

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