Vado in ufficio con la moto, la uso quasi 10 mesi su 12, mi è capitato raramente, molto raramente di usarla il week-end per gite, mia moglie non è proprio un’amante ed io approfitto del we per fare altre mille cose.
Dal 27 maggio 2011 però il mio tratto di strada si ridurrà da 13km con circa mezz’ora di percorrenza a 3km con circa 3 minuti di percorrenza… praticamente inutile usare una moto… o almeno QUELLA moto…
Il problema è che io sono un motociclista! No, non nel senso che uso semplicemente la moto, intendo in senso lato del termine, sono motociclista nel senso che la moto c’è l’ho dentro! Mi pulsa nelle vene l’olio motore, respiro col filtro dell’aria, non cammino scorro sulla strada, le braccia mi sembrano ferme se non vibrano al minimo, il cuore non pulsa borbotta e scoppietta.
Mi piacciono le moto, a catena, a cinghia, a cardano, a tre ruote, due davanti e due di dietro, naked, enduro, custom, stradali (beh stradali meno), mi piace vederle, ammirarle, guidarle, ascoltarle e salutarle quando le incrocio.
Non posso esimerli dal farlo, è un vero e proprio gene di famiglia, mio padre andava in moto, mio nonno andava in moto, lui addirittura girava con una Indian rossa col sidecare, e sto parlando del periodo degli anni 30-40.
C’è chi indastidito al passaggio di una moto, lo chiama rumore, per me è un bel suono! Distinguo il fruscio delle BMW, il clangore delle Ducati, il brontolio delle Harley, il frullare delle Triumph ed lo stridio delle Giappo, che tra loro poco si differenziano però.

Poi per cause econimiche (maledetto mutuo), decisi di venderla e passare ad un più economico scooter… pessima idea! Un MBK 150 nero che, sì era comodo, ma… beh non era una moto… frenata molto più lunga, stabilità ridotta e poi il suono… beh insomma dopo un anno l’ho dato via e sono tornato in sella.

Riuscimmo anche a farci una vacanza in Sardegna! Vibrava un pò ma era veramente ottima per viaggiare, si guidava come una bicicletta, difatti era spesso usata dalle scuole guida come moto d’addestramento.
Dopo 6 anni di onorato servizio arrivò il momento di cambiare e la scelta si fece dura, vagliate varie opzioni rimasero tre candidate che battezzai:
- Slim Blacky una Harley Davidson 883 Iron tutta opaca e brontolona,
- Jenny, una british classica anni 70, intramontabile e carismatica, laTriumph Bonnevile
- Tecno, moderna e nuda, la teutonica BMW F800R con lo sguardo con la congiuntivite.

Bene… ora tutto ciò sta per finire!
La mia avventura su due ruote sta volgendo al termine, dato che il trasferimento della sede di lavoro ridurrà il mio percorso di viaggio ad un tempo ridicolo.
Tecno non si scalderebbe neanche, ci metterei più tempo ad indossare guanti, casco e giubotto che a fare il tragitto.
Mi consigliano di prendere uno scooter tanto per rimanere sulle due ruote e non appendere definitivamente i guanti al chiodo ma… beh oramai dovreste averlo capito… ma non sarebbe lo stesso!
Non avrò più il vento che mi schiaccia lo stomaco, l’acqua che mi sferza il volto, la sensazione adrenalinica di lebile equilibrio e la serenità delle vibrazioni che ti risalgono il corpo unendoti come un tutt’uno al mezzo in un moderno centauro mitologico.
Non sono uno che corre sulle due ruote, a me piace godermi il viaggio, perchè il viaggio è il vero sentimento della nostra vita, seguire il percorso, il sentiero, vedere luoghi, godere dei colori, annusare gli odori, in un paradiso di sensi e sensazioni. Che vita è una vita ferma, immobile, senza sentimento?
Per cui ora sono lì, in un limbo motociclistico, percorro quelli che so essere gli ultimi chilometri a bordo di Tecno con la consapevolezza che presto smetterò ed ho solo il vuoto nel cuore, perchè come scrive Roberto Ungaro, direttore di Riders, “Quattro ruote spostano il corpo, due muovo l’anima!”.
RobiFocus

