da qui
- Hai mai visto una cosa così?
Non è d’oro solo la cupola: un’immagine struggente, troppo bella per essere vera. Le mura, le case, il campanile, sono pagliuzze d’oro che abbagliano fino all’orizzonte, dove il sole al tramonto lacera le nuvole con una macchia gialla accecante, da cui partono raggi che costruiscono strade di luce nel cielo intenso come un quadro di Van Gogh.
- No, non l’ho mai vista.
Magdalenne è troppo bella per essere vera. Gli occhi sono soli al tramonto che mandano bagliori insostenibili; le labbra mura inviolabili come porte di diamante purissimo; l’ovale del viso una cupola lucida che domina l’accavallarsi delle case, dei negozi, della gente indaffarata che corre o cammina inseguendo una strada come un raggio che ferisce la sera, questa sera, in cui Yehochoua sente nascere qualcosa d’imprevisto, una macchia che lacera i programmi, disintegra le nuvole della disciplina, folgora lo sguardo del passante che urta nelle casse e gli ombrelloni, graffia la fronte del rabbino che prega contro il muro occidentale.
- Non ho mai visto una cosa così.
Perché non lasciare tutto e seguire la linea delle guance, accarezzare l’ombra nera delle sopracciglia, assecondare l’onda bassa dei capelli, fino alla nuca bianca come avorio? Perché non entrare nelle pieghe della pelle come tra i vicoli della città vecchia, i sentieri di terra che incidono gli orti degli ulivi, salire sulle colline dove svettano cipressi turgidi e odorosi, e diventare, perchè no? patetici e ridicoli, e piangere di gioia mentre l’ultima lama di luce del tramonto bacia i tetti di Gerusalemme addormentata come una bambina?
- Neanch’io ho mai visto una cosa così.
Non riesce a dire nulla, mentre una scintilla, negli occhi lucidi di Magdalenne, lo inchioda sull’orlo dell’abisso.