Dopo le osservazioni di follow up del gamma-r ay burst GRB 090423, l’oggetto più lontano mai osservato e che ancora oggi detiene il primato, il TNG nel 2008 svolse un ruolo fondamentale nello studio di un altro importante gamma-ray burst, GRB 090426. Questo fu un ulteriore risultato ottenuto dalla collaborazione con il CIBO-Consorzio Italiano Burst Ottici.
Data la durata dell’evento compresa tra 0,5 e i 2 secondi questo oggetto venne classificato con short GBR. Le osservazioni compiute dallo strumento DOLoRes al TNG subito dopo il lampo gamma mostrarono in modo chiaro l’afterglow ottico nelle bando B, V, R e I.
L’afterglow rappresenta l’emissione residua associata ad un GRB e visibile in tutte le bande spettrali (radio, infrarosso, visibile, ultravioletto e raggi X). Ancora più importante, uno spettro a media risoluzione preso con lo stesso strumento rivelò che il redshift dell’oggetto era di 2,61 +/- 0,1. Questo valore, insieme alla durata dell’evento di circa 0,3 secondi lo fece diventare lo short RGB più lontano scoperto all’epoca!
Inoltre, le proprietà di GRB 090426 furono ancora più sorprendenti. Infatti, nonostante la sua breve durata, le caratteristiche spettrali e d energetica di questo GRB furono molto simili a quelle dei lampi gamma lunghi (long burst). Il che lo rese una sorgente piuttosto unica nel suo genere.
Con le sue proprietà peculiari questo GRB pose una serie di rompicapo nel momento in cui si cercò di identificare il progenitore. La collezione dei dati osservativi presa a differenti bande di lunghezza d’onda (come per esempio la posizione dell’afterglow all’interno della galassia ospite) non rese la vita facile nel discriminare tra i due modelli più popolari di formazione di GRB: da una parte, la coalescenza di due oggetti compatti legati a formare un sistema binario, come ci si aspettava per i short GRB, e dall’altra il collasso di stelle massicce, come nel caso dei lunghi GRB (long GRB).