2010 Rewind: Trent Reznor & Atticus Ross, Alva Noto & Blixa Bargeld, Sonoio (Cortini), Young Gods e Project Pitchfork

Da Sonofmarketing @SonOfMarketing

Continua il nostro "tour" per riscoprire il 2010. Un appuntamento che proporremo per tutti il periodo estivo (tutti i sabato) e se vi garba continueremo anche una volta finita la stagione. Andremo a ripercorrere il 2010 attarverso i dischi più significativi. Ogni volta presenteremo da 5 a 10 album (alcune volte anche di più) che sono legati da un sottile filo. Le altre volte come filo conduttore abbiamo scelto l'elettronica, la musica classica, il violino,  il post-punk, i songwriters stranieri, gli artisti italiani (a cui abbiamo dedicato tre articoli), l'alt-rock, il pop, il post-rock, il psych-rock. Questa volta abbiamo scelto, come filo conduttore, l'industrial: i dischi degli artisti  più  interessanti che hanno saputo interpretare meglio  il genere o che l'hanno saputo "utilizzare" con altre tipologie di sonorità.




THE SOCIAL NETWORK OST - TRENT REZNOR E ATTICUS ROSS. Una cosa da cui non si può prescindere nei film, per quanto mi riguarda, è la colonna sonora. Il film Social Network è un gran film e Fincher ha curato tutto nei minimi dettagli, compresa la colonna sonora affidata a Trent Reznor dei Nine Inch Nails e ad Atticus Ross. Il risultato è una delle cose più belle del 2010, oltre che un disco di riferimento di quest'anno nel genere dark-ambient e post-industriale. Il disco è composto da 19 tracce quindi non commenterò tutto, ma mi soffermerò su quelle che mi hanno più colpito. Il trittico di partenza è stupefacente: si parte dalla sinistra Hand Covers bruise, dai beat e i synth di In Motion, all’abisso elettronico di A Familiar taste, una delle mie preferite. Proseguendo col disco c’è un altro trittico che mi ha impressionato: le divagazioni tribali e gli effetti tastieristici di Painted Sun in Abstract; la successiva 3:14 Every night dal sapore molto industriale ti lascia senza fiato, è soffocante tanto da farti sentire quasi male, soprattutto nella parte centrale; atmosfera sempre oscura ma leggermente più distesa in Piece from the whole. E poi si giunge al mio pezzo preferito ovvero Eventually we found our way che racchiude in se tutto il significato dell’opera. Canzone seguita da altri due frandi pezzi come la breve ma efficace grazie alla sua progressione Penetration e la reinterpretazione straordinaria del pezzo di Grieg In the hell of the mountain. Il disco prosegue tra tinte molto nere, snervanti e suoni che attanagliano (magnetic, complication with optimistic out come) e tra atmosfere apperentemente più rilassate come la ripresa di Hand Covers bruise, Soft Trees break the Fall e Almost Home.


MIMIKRY – ANBB.  Con le collaborazione non si sa mai cosa ne possa uscire fuori. Annb è l'unione fra (il prolifico) Alva Noto e Blixa Bargeld degli Einstürzende Neubauten che è alla voce di questo disco fra atmosfere tipiche di chi l’ha composto ovvero la minimal-elettronica e beat industrial. Un album assolutamente devastante, un macigno (nel senso più positivo del termine) che ti aliena, ti rende l’anima e il corpo pesanti e ti spoglia completamente. Canzoni come Once Again, Mimikry, One (questa con tratteggi ambient) e la stupenda I Wish I was a mole in the ground difficilmente passano inosservate. Un disco difficile da ascoltare, però una volta captato si è completamente presi.

SONOIO -  SONOIO. Il disco di Alessandro Cortini (Nine Inch Nails) è una delle vere rivelazioni dell'anno passato. Tra atmosfere ipnotiche, tocchi drone, elettronica spinta e leggeri richiami all’industrial e dei testi notevoli che vanno a tracciare un percorso piscologico sulla persona. Hold on Let go, Just Me, Silence, Happy sono davvero notevoli.

EVERYBODY KNOWS – THE YOUNG GODS.  The Young Gods sono un gruppo attivo dal 1985. Non li conoscevo benissimo, però questo album mi è piaicuto molto. Essenzialmente suoni post-industriali con inevitabile inclinazione verso il dark-ambient. Mr Sunshine (qui i giochetti della voce rendono la canzone sublime), Two To Tango e Introducing le tracce-chiave del discoi! Un bel ritorno.

CONTINUUM RIDE –PROJECT PITCHFORK. I Project Pitchfork sono un gruppo musicale tedesco formato dal frontman e compositore Peter Spilles e dal tastierista Dirk Scheuber. La loro musica si può definire industrial/dark-electro, con un mix di beats ballabili, melodie accattivanti e testi profondi e impegnati. E questo disco non delude le attese fra pezzi più incalzanti e incazzati come Endeless Infinity e Beholder a pezzi più tranquilli e tetri come Continuum.  Proprio Continuum e Dead cities quelle che convincono maggiormente

 

Nicola Orlandino
 

Miniplaylist: 1 pezzo per ogni band/artista

Eventually we found our way  - Trent Reznor & Atticus Ross
I Wish I was a mole in the ground  - Anbb
Just me - Sonoio
Dead Cities - Project Pitchfork
Once Again - The Young Gods

 



 


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