La Camera dei deputati ha finalmente votato la Finanziaria 2011, anche detta Legge di stabilità, all’interno della quale è previsto l’emendamento che dà la possibilità di detrarre dall’Irpef il 55% delle spese per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici, sostenute fino al 31 dicembre 2011.
Non cambiando i tetti di spesa, le percentuali di detrazione e gli interventi ammessi, cambiano però gli anni in cui viene rimborsata la spesa, per così dire, energetica, che passano dai 5, in vigore fino al 2010, ai 10.
Il problema è sempre quello: i cordoni della borsa statale sono sempre molto stretti visti i tempi che corrono e nessuno si prende la briga di sponsorizzare una misura “forte” a favore delle rinnovabili, perchè costosa, nel breve periodo. Quando i soldi mancano l’ottica di lungo periodo viene accantonata a favore dell’equilibrio delle partite correnti.
Spesso, e non è solo la nostra opinione, gli investimenti non vengono valutati correttamente : non tutti gli elementi vengono presi in considerazione. Infatti le energie rinnovabili – più in generale il risparmio energetico – sono strettamente legate all’edilizia, perchè segmentano il mercato, migliorano l’offerta, creano crescita strutturale.
In generale aiutano a riqualificare un settore ormai svuotato di valore dalle bolle speculative e dalla crisi economica. Dare miscela al settore edile significa dare fiato all’economia e innescare quel volano di incremento di offerta di qualità – incremento della domanda – incremento dell’occupazione, che oggi si fatica tanto a raggiungere.
Ma quanto costerà la manovra alle casse dello stato ? Per citare Edilportale, “Nel 2011 il bonus fiscale dovrebbe generare maggiori entrate Iva per 124,8 milioni di euro; dal 2012 (anno in cui si comincerà a detrarre le spese del 2011) la misura dovrebbe costare allo Stato circa 300 milioni di euro. Il costo complessivo per lo Stato, nei dieci anni di detrazione, sarà pari a 1,8 miliardi di euro”.
Manca un calcolo: qual’è il beneficio apportato da questi incentivi per il comparto dell’edilizia? Ma soprattutto, qual’è il contributo che questi incentivi danno al raggiungimento del famoso 20-20-20 stabilito dall’Unione Europea?
Personalmente siamo soddisfatti del fatto che la detrazione sia stata prorogata, tuttavia ci accorgiamo che quando si tratta di calcoli economici, la tutela ambientale viene spesso lasciata in secondo piano, come se non avesse un valore economico, come se non rappresentasse il nostro futuro.
Leggi anche:
- La crisi non deve fermare gli incentivi green
- Fotovoltaico boom nel 2009, ma il futuro?
- Conto Energia: tariffe tagliate del 20% nel 2011