Dopo aver letto il libro di Lee Siegel, Homo Interneticus, ho preso l'abitudine di avere un atteggiamento diffidente rispetto a ciò che Siegel ha definito tecnoentusiasmo.
Ho imparato, cioè, a fare la tara a tutti quelli che vendono, affascinando ed entusiasmando con una idea e con le parole che la raccontano, ciò che poi si rivela solo un particulare. Mi fa quindi sorridere Riccardo Luna che parla di Doni e di Passione, del Natale della Rete.
E' stato quindi inevitabile, per me, fare la tara anche a tutte le previsioni per il nuovo anno.
Un pò stucchevole, mi si perdoni questo aggettivo, il gran parlare della rinascita dei blog. Si sono pronunciati in parecchi sull' argomento; io mi limito, con dello snobismo digitale, a condividere con voi l'augurio che nel 2012 il blog non diventi troppo una moda: sopportare più di 140 caratteri di accattonaggio sarebbe davvero complicato. Dalla mia ristrettissima visuale, comunque, l'equilibrio che c'è ora mi sta più che bene!
Fin troppo facile la previsione su cnetNews sui Social Network: ci racconteranno la storia delle elezioni presidenziali del 2012. E' stato così già nel 2008 quando il risultato, guardando quello che accadeva sul Web, appariva scontato già dalle prime battute. Penso che, però, dopo la sonora lezione del 2008, stavolta i Repubblicani, in quanto a strumenti, vorranno combattere ad armi pari con i Democratici. A decidere saranno, fra un anno più che mai, i contenuti!
The content is king, isn't it?
I Candidati alle Presidenziali non avranno certo bisogno di piattaforme alternative nè la necessità di utilizzare [Web]tecnologie abilitanti diverse da quelle ormai diventate mainstream oltreoceano. Una scelta diversa, probabilmente, sarà fatta, sempre al di là dell'Atlantico, dai 99% di Zoccotti Park con l'adozione di meccanismi che, pur continuando ovviamene a mantenersi di Social Networking, sarebbero in grado di replicare in Rete le dinamiche delle Assemblee Generali. Anche perchè, di Facebook, c'è poco da fidarsi!
E' ovvio che gli obiettivi sono diversi. I Candidati dovranno parlare ed ascoltare; i 99% dovranno, invece, parlarSI ed ascoltarSI. E la necessità di farlo, per questi ultimi, con modalità non convenzionali, sono quasi una conferma della teoria che Gladwell esponeva, già ad inizio anno, a proposito della scarsa efficacia di Twitter nell'organizzare una rivoluzione. Un pensiero riproposto, ad inizio settimana su Wired in opposizione al tecnoentusiasmo (ci risiamo!) di Clay Shirky.
C'è da chiedersi cosa succederà in Italia. Il 2011 è stato significativo per l'aggregazione che le piattaforme social hanno permesso in occasione non tanto delle Amministrative quanto dei Referendum. E' molto probabile che Monti reggerà per tutto il 2012 e, quindi, per vedere quanto il Web avrà potuto e saputo raccontare delle Elezioni Politiche, dovremo aspettare il 2013.
Non si dimentichi, però, Monti in primis, che - per mezzo del Web - un ruolo imprescindibile nel racconto della politica è quello dei giornalisti e dei giornali. Non lasci, quindi, Monti, inascoltato l' appello di Iacopino (giornalista, dal mio punto di vista, prima che presidente dell'Ordine). Molto, come dice lo stesso Iacopino, dipenderà dalle scelte che il Governo avrà fatto.
Buon 2012 a tutti!