di Federica Primavori
Abbiamo da poco, pochissimo (se ne sente ancora la puzza) abbandonato il vecchio anno. Davanti a noi un 2014 carico di.. propositi! Eh si, come ogni anno, al passaggio dal vecchio al nuovo, la mia testa si riempie di buone intenzioni che riporto su fogli, foglietti e post-it che spargo dappertutto! La volontà ovviamente è quella di mantenerle tutte, ma ogni anno succede qualcosa che mi distrae e…me le fa rimandare all’anno successivo. Il mio non è un problema di memoria, diciamo che sono molto brava a trovarmi delle scuse.
Dopo anni di propositi, rivelatisi inutili, ho deciso di cambiare, quest’anno non riguardano la palestra, i viaggi o i mille vizi che ho e vorrei levarmi, bensì Giuditta, o meglio, il mio essere una buona mamma! Vorrei: essere meno “Panda”. Una mamma Panda cresce i propri cuccioli (solitamente uno solo) fino ai tre anni di età, non li abbandona mai, insegnandogli tutti i trucchi per la sopravvivenza. Dopo aver partorito resta digiuna per diversi giorni, non si allontana mai alla ricerca di cibo finchè i cuccioli non sono leggermente cresciuti, li culla e li coccola.
Nulla di male, penserete voi, una mamma modello. È quello che pensavo anch’io e ho cercato di esserlo per Giuditta. Adesso che la piccola ha 18 mesi però, questo attaccamento da mamma Panda mi sembra nocivo per entrambe. Il nostro rapporto è quasi morboso, siamo sempre insieme, le poche volte che ci allontaniamo è una ricerca costante l’una dell’altra. NON VA BENE! Volersi bene non significa vivere appiccicate. Giuditta deve gradualmente staccarsi da me. Come? Imparando ad essere più autonoma! In pratica devo essere io a staccarmi da lei. Quando mi chiede aiuto devo insegnarle a fare le cose, invece che farle al posto suo. Sarà difficilissimo, ma devo farcela!!! Attenzione però, cambiare atteggiamento non significa non farle più le coccole o smettere di essere affettuosa. Bisogna rimanere mamme Panda ma…evolute!! Coinvolgiamo di più i bambini nella routine domestica o lavorativa, diamo loro piccole responsabilità in modo da farli sentire autonomi.
Essere più “Orsa”. Una mamma Orsa è molto protettiva nei confronti dei suoi cuccioli, non esita ad attaccare se pensa che siano in pericolo. I pericoli al giorno d’oggi sono svariati. Io voglio proteggere il più possibile Giuditta dal mondo dei Social. Non penso che il web sia un lupo cattivo pronto a divorare la mia bambina, altrimenti non sarei qui a scrivere una rubrica sui bambini. Ma c’è modo e modo di fare le cose. Non capisco il bisogno di dover condividere giornalmente le foto dei propri figli, qual’è lo scopo? Cosa si vuole dimostrare? A chi? Perché si sente questa necessità? Non voglio giudicare, i figli sono vostri e potete fare quello che volete! Ma a voi sarebbe piaciuto se i vostri genitori avessero attaccato sui muri delle città (corrispettivo anni ‘80 delle bacheche internet) le vostre foto mentre facevate il bagnetto, una puzzetta o una semplice smorfia? Cari genitori, sarete voi a dar loro spiegazioni, se un giorno ve le chiederanno. Non lamentate i se cresceranno egocentrici ed esibizionisti, sarà solo il frutto della vostra leggerezza. Io preferisco evitare, credo ancora nella privacy, sono una mamma 2.0 ma per quanto riguarda gli affetti sono una mamma anni ’50 “affezionata a quella gonna un po’ lunga”! Guai a voi se pubblicate una foto della mia piccola senza chiedere il permesso, mamma Orsa potrebbe mordere!!!