In un articolo datato 25 Aprile del 2009, intitolato "Italia il paese eticamente scorretto" su Maremma Cinghiala si analizzava la situazione grottesca e surreale che avvolgeva la Nazione, come una sorta di nebbia sempre più fitta dove capirci qualcosa diventava giorno dopo giorno un'impresa impossibile.
Dopo 5 anni troviamo ancora lo stesso disamore e la stessa abitudine al fetore di un popolo sempre più stanco. La speranza è divenuta una sorta di morfina con cui attenuare anni di scandali, di promesse mancate, di truffe, di crolli, di abusi, di ritardi, di rabbia, di questioni su cui nessuno sembra avere una minima risposta.
Qualcuno si ribella ancora, ci sono ancora lotte, proteste, scioperi e qualcuno ancora prova ad usare l'arma dell'informazione per scuotere questa inerzia verso il nulla, ma, dati alla mano, sono ancora troppo pochi quelli che si sono tolti la mascherina dell'assuefazione a "tutto" e stanno cercando di riprendere in mano la loro vita.
La povertà assoluta che prima coinvolgeva 2 milioni e mezzo di persone, adesso ha toccato i 4 milioni, in appena 5 anni.
La politica invece di prendere azioni concrete gioca con le poltrone, fa accordi con Berlusconi e tutti i suoi figliocci che ancora siedono in Parlamento, parla un italiano da bar o da stadio con qualche parole in inglese per essere più internazionale, ma di internazionale rimane solo la dipendenza economica, finanziaria e militare, mentre il sociale si perde nei meandri di una crisi che obbliga ad "austerità e rigore", sempre per le stesse persone, sempre per i più deboli. La gente spera, quasi difende quei padroni e quel sistema che li hanno ridotti così, che hanno trasformato un paese in una emergenza perenne: dai crolli archeologici ai rischi idrogeologici, da Primi Ministri che si succedono senza che si svolgano regolari elezioni, da una legge elettorale ritenuta incostituzionale che ha di fatto reso "illegale" il Parlamento stesso e tutta quella massa di figuranti che non hanno nessuna vergogna a parlare in nome del popolo Italiano.
Tristi programmi politici, atrofizzati su miseri contenuti che risuonano da destra e da sinistra, slogan, pubblicità per dei cittadini che non ne vogliono più sapere, rinchiusi nella rincorsa ad un lavoro senza scelta, una dose giornaliera per sopravvivere, mentre la qualità della vita è roba per i film di fantascienza.
5 anni fa si spendevano decine di milioni di euro per una moda che non muore mai, quella della guerra, quella di fare la voce grossa sulla pace, con montagne di armi pronte a devastare altre genti e Nazioni.
Gli Stati Uniti comandano questa speciale classifica con 682 miliardi di dollari, la somma dei seguenti 11 Stati messi insieme, Cina, Russia, Regno Unito, Giappone, Francia, Arabia Saudita, India, Germania, Italia, Brasile, Corea del Sud, non raggiunge l'ammontare della spesa americana, e poi non lo chiamano impero?
L'Italia era 5 anni fa ed è ancora tra le prima dieci nazioni per spesa militare con 34 miliardi di dollari, l'1.7 del PIL. La Campagna di "Sbilanciamoci" (Associazione no profit dal 1999 che riunisce economisti, ricercatori, giornalisti, studenti, operatori sociali, sindacalisti; e una rete di associazioni, organizzazioni, movimenti, che analizzano e propongono visioni alternative economico/sociali) ha calcolato che il costo di un solo F35, 135 milioni di euro, potrebbe pagare il salario di 5400 ricercatori per un anno, mettere in sicurezza 135 scuole, mettere su rotaia 21 treni per pendolari. Le priorità sono gli interessi economico-finanziari non i cittadini, e fino a che non ci sarà una rivoluzione morale e culturale dal basso, questi padroni continueranno a tirare i fili della vita di milioni di persone. Leggete il Dossier di Sbilanciamoci qui.
L'italiano non si stupisce più se per ogni opera pubblica c'è il relativo ritardo, se i costi raddoppiano magicamente, se è la prassi che qualche costruttore venga indagato. Il caso dell'Aquila è un esempio lampante: parole del sostituto procuratore antimafia Olga Capasso: "Nei primi due anni che fecero seguito al terremoto che il 6 aprile 2009 colpì L’ Aquila c’è stato «quasi un assalto alla diligenza per arrivare ad accaparrarsi gli appalti più lucrosi da parte della camorra, della ’ndrangheta e di cosa nostra (particolarmente quella gelese)." La magistratura ha da pochi mesi messo agli arresti il vicesindaco dell'Aquila, indagando su ex assessori e funzionari pubblici aquilani ritenuti responsabili, a diverso titolo insieme a imprenditori, tecnici e faccendieri, di millantato credito, corruzione, falsità materiale e ideologica, appropriazione indebita su appalti legati alla ricostruzione post-terremoto del 6 aprile 2009.
Ma anche le famose C.A.S.E. promosse stile televendita dagli organi di informazione si sono rivelate un mezzo fallimento. La qualità dei materiali di costruzione è variabile. Molti edifici hanno problemi col sistema elettrico, i sanitari e il riscaldamento. A Pagliare di Sassa, un palazzo si è incendiato per un cortocircuito. Era stato costruito con materiali infiammabili. Secondo la Procura dell’Aquila, duecento isolatori sismici sono difettosi. Testati da un laboratorio di San Diego, in California, gli isolatori prodotti dall’azienda “Alga Spa” hanno fallito le prove. Prima di essere usati nella costruzione, erano stati testati nel laboratorio “Eucentre” di Pavia. Il presidente di “Eucentre” era Gian Michele Calvi, che ricopriva anche l’incarico di direttore del progetto Case per la Protezione civile. Un classico caso di controllato-controllore e di conflitto di interessi». Calvi è stato condannato in primo grado a sei anni, nel processo “Grandi rischi”, ed è imputato proprio nel processo che riguarda gli isolatori sismici (dall'articolo L'aquila le New Town costruite con i soldi dell'Europa).
Qui non si tratta di criticare a prescindere un sistema sociale piuttosto che un apparato politico. Qui si infoma usando i fatti, i dati, le interviste, le dichiarazioni, una gamma di fonti attendibili per mettere in risalto quello che la stampa nazionale ed internazionale "si dimentica" di pubblicare. Il giornalismo di un minuscolo blog o il quotidiano a tiratura nazionale dovrebbero essere il "cane da guardia" del potere, una voce critica ed obiettiva verso un mondo, quello politico-finaziario-economico, che tende per sua natura a deviare sempre verso interessi personalistici e clientelari, ad autoincensarsi, la storia ce lo insegna, la storia è farcita di governanti che si sono persi durante gli anni al comando, che hanno trascinato intere generazione nell'ignoranza, nella guerra, nell'egoismo, nella passività, in una miseria più morale che materiale, dunque forse più grave.
Una politica criminale e grottesca ha trascinato un paese splendido in quello che è adesso nel 2014. La stessa politica che adesso promette il "rinnovamento" ed il "progresso", per quale motivo dovremmo credere ad un sistema che ha reiteratamente fallito per 30 anni? Lo stesso Sistema che è quasi allergico alle critiche, che usa il giornalista come sostegno per il microfono, che si mostra quasi seccato se la gente protesta perchè esasperata. Questo sarebbe il "rinnovamento"?! I cittadini dovrebbero smetterla di sperare e iniziare a prendere parte attivamente alla vita sociale: scrivendo, domandando, facendo satira, criticando quello che i potenti promettono, perchè è un dovere Democratico e lo è ancora di più dopo decenni di balle e di corruzione. Dobbiamo inseguire il benessere del nostro Paese e cercare di diffonderlo come un virus, dobbiamo evitare di confonderlo con le ideologie e tifare la politica come si fa allo stadio. La giustizia, il progresso, la libertà non sono figlie di nessuna ideologia e non hanno bisogno di nessuna ideologia e di nessuna politica. Esistono se esiste la partecipazione disinteressata, la cooperazione, il desiderio di lasciare qualcosa di buono per le future generazioni, per il futuro di una Nazione e di un mondo in cui siamo solo di passaggio.....maremmacinghialaaaaaaaaaaaaaaaa