Le prospettive economiche per l’anno in corso e di conseguenza anche dei rendimenti dei mercati azionari dipenderanno molto probabilmente da due elementi cruciali: da un lato l’effettiva riuscita del Tapering (riduzione degli stimoli monetari) della Fed senza intaccare la crescita americana e, dall’altro, la capacità dell’eurozona di iniziare la ripresa.
Nell’ eurozona gli ultimi dati disponibili risultano meno incoraggianti del previsto, sia in termini di pil, sia della fiducia delle famiglie e del tasso di disoccupazione, anche se va ricordato che il miglioramento di questo ultimo dato avviene sempre in ritardo rispetto alla vera ripresa economica. Sul fronte delle economie emergenti invece continua la fase di forte risentimento della crisi economica mondiale e quindi è più probabile che la ripresa venga rimandata verso fine 2014 e inizio 2015. Se le cose stanno veramente così, allora potremmo assistere al recupero alternato delle economie europee prima e successivamente di quelle emergenti, entrambi in ritardo rispetto all’America. In questo modo verrebbe colmato almeno in parte il forte gap che si è creato per la prima volta tra le principali macro aree del mondo, dove l’unica a mostrare dei segnali di miglioramento è l’America, seppur (anche) oltreoceano il pil di un tempo è ancora ben distante.
E in questo caso proprio la borsa americana sembra anticipare la ripresa, ma a conti fatti sappiamo tutti che è più frutto della stampa di moneta piuttosto che di sana produzione industriale. Nel frattempo tanti cominciano a parlare di bolla finanziaria: la storia sui mercati mi insegna che finchè se ne parla è più probabile che non accadrà, mentre quando ormai tutti se ne saranno dimenticati, ecco allora che un altro crash simile al 1987 (il dow jones scese in un solo giorno di oltre il 20 per cento) potrebbe verificarsi. Nel frattempo, volendo dare uno sguardo alla situazione azionaria europea e analizzando l’ indice eurostoxx50, possiamo notare come il travagliato andamento del biennio 2012-2013 pare possa creare le premesse per la continuazione della risalita, seppur graduale, nel medio-lungo termine, con obiettivi ambiziosi a 3400 prima e 3600 punti successivamente.
Tuttavia, nel breve periodo, il crollo di molte valute di molte economie emergenti potrebbe essere usato come pretesto per una forte correzione anche di una certa intensità, anche intorno al dieci per cento, ma con i livelli di allarme posti in area 2800-2900 punti. Solo la rottura di tali supporto invaliderebbe lo scenario rialzista nei prossimi mesi, che invece sarà confermato con la successiva ripartenza sopra i 3200 punti.